Gli affreschi della volta della Cappella Sistina si devono a Michelangelo. La decorazione della cappella impegna Michelangelo in due momenti distinti: fra il 1508 e il 1512 e fra il 1536 e il 1541.
Nella prima fase (1508-1512) l’artista decora la grande volta e le lunette, su commissione di papa Giulio II della Rovere. Nella seconda fase (1536-1541), per volontà di papa Paolo III Farnese, ma seguendo un progetto che risale già al pontificato di Clemente VII, Michelangelo realizzza il grande affresco del Giudizio Universale, sulla parete di fondo.
Prima che Michelangelo mettesse mano agli affreschi della volta della Cappella Sistina e poi della parete di fondo (Giudizio Universale), il soffitto era decorato con un cielo stellato d’oro su sfondo blu e, al posto del Giudizio, c’erano due finestre.
La volta della Cappella Sistina
Quando comincia a lavorare nella Cappella Sistina nel 1508, Michelangelo ha all’incirca trent’anni. Lavora da solo, di notte, alla sola luce delle candele. Si dice che Raffaello, che lavorava in quegli anni negli appartamenti di Giulio II, realizzando affreschi quali, ad esempio, la Scuola di Atene, lo spiasse.
Un contemporaneo dichiarò che Michelangelo nella Cappella Sistina avesse dipinto «tutto quanto il Testamento Vecchio».
Nella fascia centrale della volta sono raffigurati episodi tratti dalla Genesi, il primo libro della Bibbia: la separazione della terra dall’acqua; la Creazione di Adamo; la Creazione di Eva; il Peccato originale; la Cacciata dal paradiso.
Accanto ai riquadri sono posti gli Ignudi, che simboleggiano gli antichi.
Nelle vele (gli spazi triangolari) sono raffigurati gli Antenati di Cristo e, tra di essi, le Sibille pagane e i Profeti biblici.
Il 31 ottobre 1512 (festa d’Ognissanti) il soffitto è svelato, Michelangelo ha portato a termine il suo complesso e ambizioso progetto: le figure dipinte sono 336.
Dopo i restauri compiuti negli anni 1980-89, i giudizi sugli affreschi della Cappella Sistina sono mutati. Prima dei restauri, infatti, gli affreschi apparivano molto scuri e interpretati come riflesso della personalità cupa, scontrosa e drammatica di Michelangelo. I restauri hanno, in realtà, mostrato degli affreschi dalle tonalità pastello, colori accesi, a tratti innaturali, onirici.
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Giudizio Universale di Michelangelo