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Frati Francescani – storia medievale

L’Ordine dei Frati francescani fu fondato da Francesco d’Assisi (1182 – 1226). Figlio unico di un ricco mercante di stoffe, Francesco ebbe in età giovanile una vita agiata e spensierata, fino a quando una profonda crisi spirituale lo spinse, nel 1206, a lasciare la casa paterna e tutte le sue ricchezze per vivere in povertà, mettendosi al servizio di Dio e delle persone più povere, seguendo l’esempio di Cristo.

In breve tempo, raccolse intorno a sé numerosi seguaci, che accettarono il suo stile di vita basato sugli insegnamenti del Vangelo: la pratica della povertà, il servizio agli altri, lo spirito di fratellanza universale, estesa a tutto il creato. Nasceva così il movimento dei Francescani o dei Frati Minori, come lo stesso Francesco volle chiamare in segno di umiltà i suoi seguaci.

La reazione della Chiesa al movimento francescano

La Chiesa inizialmente guardò con sospetto a questo movimento, ma il fatto che Francesco si mostrasse sempre ubbidiente e non intervenisse su questioni dottrinali fu un notevole punto a suo favore, tale da consentirgli di ottenere il permesso da parte del papa Innocenzo III di predicare e di costituire la sua comunità di frati francescani.

Il riconoscimento da parte del papa si rivelò una mossa accorta e previdente. Consentì infatti a coloro che erano critici verso le ricchezze della Chiesa e volevano seguire un ideale di povertà di trovare uno spazio di azione all’interno della Chiesa stessa, riuscendo così a evitare che tanti fedeli scegliessero la strada dell’eresia. Ma le alte gerarchie ecclesiastiche premevano per attenuare il rigore delle scelte di Francesco, che alla fine non se la sentì più di restare a capo del suo movimento, lasciandone la guida nel 1220.

La Chiesa riconosce il movimento dei francescani

Francesco aveva infatti steso la cosiddetta Protoregola, cioè una sua regola originaria molto esigente, particolarmente attenta al valore della povertà, al punto da vietare ogni possesso di beni per i Frati minori. Essi potevano guadagnarsi da vivere solo con le elemosine o con il lavoro senza mai poter ricevere denaro.

Un simile rigore non trovò il consenso di tutti i Frati francescani. Alcuni proposero dunque di allegerire lo spirito di totale povertà voluto da Francesco: furono coloro che costituirono la corrente dei Conventuali, chiamati così in senso dispregiativo, perché disposti a vivere nei conventi e non alla maniera del fondatore; Spirituali erano chiamati invece coloro che si attenevano alla regola originaria.

Ad ogni modo, con il passare del tempo, la corrente intransigente fu messa in minoranza, grazie anche al sostegno dato dai pontefici ai Conventuali. Il divieto di proprietà fu aggirato dalla Santa Sede con l’espediente che i beni fossero riconosciuti come appartenenti alla Chiesa e non all’Ordine dei Francescani.

Papa Onorio III confermò questa linea meno radicale riconoscendo il movimento dei francescani e approvandone la Regola bollata nel 1223. In tal modo il movimento francescano veniva inquadrato come ordine ufficiale del cattolicesimo (Ordine francescano) e veniva moderato il principio di povertà.

Il movimento francescano ebbe anche un Ordine femminile, le Clarisse, fondato da Chiara d’Assisi (1194-1253), che si ispirava agli stessi principi di Francesco.

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