L’Unione europea (UE) che conosciamo oggi è il risultato di un processo di cooperazione e integrazione cominciato nel 1951. In quell’anno infatti sei Paesi (Germania Ovest, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) diedero vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA).
Unione Europea storia
CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio)
L’istituzione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) nel 1951 è l’atto di inizio dell’Unione Europea.
La CECA aveva due obiettivi fondamentali:
1. favorire la produzione europea di carbone e di acciaio (due prodotti fondamentali nella fase di ricostruzione postbellica) per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti;
2. incrementare gli scambi interni al continente, riducendo progressivamente i dazi doganali tra gli Stati aderenti.
Trattati di Roma
Il 25 marzo 1957, a Roma, gli stessi sei Stati (Germania Ovest, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) firmarono i trattati che diedero vita alla Cee (Comunità economica europea) e all’Euratom (Comunità europea per l’energia atomica). Insieme sono detti Trattati di Roma e sono entrati in vigore il 1° gennaio 1958.
I negoziati per l’ingresso del Regno Unito nella CEE
Nel 1961 iniziano i negoziati per l’ingresso del Regno Unito nella CEE, mentre anche Danimarca, Irlanda e Norvegia chiedono l’ammissione.
Il Regno Unito non vuole però rinunciare agli stretti legami politici ed economici che intrattiene con i Paesi del suo ex impero coloniale e mantiene ancora aspirazioni e strutture militari da grande potenza. L’ampliamento della CEE è quindi bloccato dall’opposizione della Francia.
Dal 1962 al 1966 le attività della CEE sono frenate dai contrasti tra la Francia e gli altri cinque Paesi; i francesi temono di dover subire le scelte dei partner e di vedere compromessi i loro interessi nazionali.
Compromesso di Lussemburgo
Il 30 gennaio 1966 si arriva al Compromesso del Lussemburgo. Stabilisce il principio di unanimità: nessuna decisione di grande portata può essere presa senza il consenso di tutti gli altri Stati della Comunità, ciascuno dei quali assume così potere di veto.
Garantiti in questo modo gli interessi francesi, l’attività della CEE può lentamente riprendere.
Mercato Comune Europeo
Nel 1968 tra gli Stati membri sono completamente aboliti i dazi interni per tutte le merci importate ed esportate. Si realizza quindi il Mercato Comune Europeo, primo obiettivo della CEE e tappa fondamentale verso l’ulteriore processo di integrazione.
Contemporaneamente, i Sei fissano tariffe doganali comuni: le merci provenienti da Paesi esterni pagano in ogni Paese membro della CEE lo stesso dazio. L’allargamento dei mercati e lo stimolo della concorrenza estera fanno crescere l’industria italiana, che riesce a sfruttare in modo più razionale e produttivo le risorse disponibili.
Regno Unito, Danimarca e Irlanda entrano nella CEE
Negli anni successivi riprendono le trattative con il Regno Unito, che entra nella CEE nel 1973 insieme con la Danimarca e l’Irlanda. Anche il governo norvegese aveva chiesto e ottenuto l’ingresso nella CEE, ma con un referendum popolare i suoi cittadini bocciano l’adesione (e la stessa cosa si ripeterà nel 1994).
Grecia, Spagna e Portogallo
La Comunità si allarga ancora nel 1981, con la decisione della Grecia, e, nel 1986, con l’ingresso di Spagna e Portogallo.
Elezione del Parlamento europeo
Nel 1979 è eletto per la prima volta a suffragio diretto il Parlamento europeo (con sede a Strasburgo).
SME (Sistema monetario europeo)
Nel 1979 si costituisce il Sistema monetario europeo (SME). L’accordo ha lo scopo di garantire la stabilità del cambio tra le monete dei paesi della CEE.
Creazione dell’ECU
Per raggiungere questo obiettivo è creata l’ECU (European Currency Unit). È una moneta che ha un’esistenza soltanto contabile. Essa infatti non è stampata né coniata (quindi non circola fisicamente tra la gente), ma serve come unità di misura nei bilanci della CEE e in alcune transazioni tra gli Stati e tra alcune grandi imprese.
L’ECU è costruita come un «paniere» di altre monete, quelle dei Paesi della CEE, ognuna delle quali contribuisce al suo valore per una certa quota, fissata dalle autorità comunitarie e dipendente dall’importanza economica di ogni Stato membro.
Trattato di Schengen
Nel 1985 è firmato il Trattato di Schengen. Esso sancisce l’abolizione dei controlli sul transito delle persone alle frontiere. I cittadini sono così liberi di circolare liberamente nello spazio europeo che, via via, si è allargato con l’adesione di altri Stati (nel 1986 erano diventati 12).
Trattato di Maastricht sancisce la nascita dell’Unione europea
Il 7 febbraio 1992 è firmato in Olanda il Trattato di Maastricht, che sancisce la nascita dell’Unione Europea (UE).
Nel giugno 1992 i danesi, con un referendum, rifiutano di sottoscrivere il trattato, criticando il funzionamento poco democratico dell’Unione Europea (troppo potere alla Commissione e ai governi, troppo poco al Parlamento europeo e ai cittadini).
Il rifiuto della Danimarca fa crescere la discussione anche in altri Paesi dell’Europa.
Entro il 1993 tutti i Paesi membri della Unione Europea (compresa la Danimarca, dopo un secondo referendum dall’esito positivo) accettano il Trattato di Maastricht.
Austria, Finlandia e Svezia entrano nell’Unione Europea
Nel 1995 tre nuovi Paesi (Austria, Finlandia e Svezia) entrano nell’Unione Europea, che sale così a quindici membri.
Il 1° maggio 1998, in conformità con quanto previsto dal Trattato di Maastricht, le autorità della Unione Europea deliberano quali Stati possono entrare nell’Unione monetaria, avendo raggiunto i parametri economici prescritti dal trattato.
Dei 15 membri, tre scelgono di non entrare per il momento (Regno Unito, Svezia, Danimarca) e undici sono ammessi subito; la Grecia è invece ammessa l’anno seguente.
Nasce l’euro
Il 1° gennaio 1999 nasce ufficialmente la moneta unica (euro). Questa comincia a circolare il 1° gennaio 2002, sostituendo le monete nazionali.
Trattato di Amsterdam
Il 1° maggio 1999 entra in vigore il Trattato di Amsterdam. Emana nuove disposizioni sulla sicurezza comune e sulla giustizia; sancisce anche nuove forme di collaborazione e di cooperazione tra le polizie.
Altri Stati entrano nell’Unione europea
Sulla base di accordi presi nel corso degli anni Novanta, dieci nuovi Stati sono ammessi all’Unione Europea dal 1° maggio 2004, dopo aver adeguato le loro legislazioni (in materia di diritti politici e civili, libertà e obblighi in economia, tutela dell’ambiente ecc.) ai principi e alle norme che regolano l’Unione Europea.
Sono entrati così nella Unionie Europea, oltre a Malta e a Cipro, otto paesi dell’Europa centrale (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania). Nel 2007 entrano Romania e Bulgaria.
Attualmente sono in corso le trattative per l’adesione all’Unione Europea di Stati come l’Albania, la Croazia e la Macedonia; più complessi sono invece i negoziati con la Turchia, collegata geograficamente solo per una piccola porzione del suo territorio all’Europa (il 3%, tutto il resto è nel continente asiatico).
Accordo di recesso del Regno Unito dall’Unione europea
Il 1° febbraio 2020 è entrato in vigore l’Accordo di recesso del Regno Unito dall’Unione europea. A partire da tale data il Regno Unito è diventato uno Stato terzo, con la previsione di un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020. Durante il periodo di transizione:
- il Regno Unito continua a partecipare al mercato unico e all’unione doganale della Ue;
- si svolgeranno i negoziati per l’accordo sulle future relazioni tra Ue e Regno Unito.
A partire dalla mezzanotte del 31 gennaio 2020 il Regno Unito non è più uno Stato membro dell’Unione Europea.