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I vigiles, i vigili del fuoco dell’antica Roma

I vigiles, i vigili del fuoco, furono istituiti dall’imperatore Ottaviano Augusto nel 6 d.C. Si trattava di una nuova milizia incaricata anche del servizio di polizia notturna contro gli incendiari e i ladri. All’inizio erano solo in seicento e il reclutamento era fatto fra i liberti (schiavi liberati), che dopo sei anni di servizio potevano ottenere la cittadinanza romana. Con il passare del tempo il loro numero salì a 7000. Il nome ufficiale era Cohortes Vigilum e il loro motto recitava Ubi dolor ibi vigiles («Dove c’è il dolore, lì ci sono i vigili»).

Il problema degli incendi a Roma

A Roma, come in tutte le città antiche, gli incendi erano molto frequenti. Bastava una disattenzione nell’uso del braciere su cui si cucinava e le fiamme si diffondevano con rapidità all’intera insula e a quelle vicine.

Nel I secolo d.C. abbiamo notizia di almeno sei incendi catastrofici, che distrussero interi quartieri della città. Uno dei più famosi è l’incendio avvenuto nel 64 d.C. Del resto, i quartieri si erano estesi in maniera disordinata, spesso senza rispettare le norme edilizie; ma non erano rari neanche gli incendi dolosi, talvolta provocati dagli stessi proprietari a fini speculativi.

I pompieri dell’antica Roma

Questo corpo di polizia creato dall’imperatore Ottaviano Augusto nel 6 d.C. era costituito inizialmente di 600 uomini scelti fra i liberti, poi col passare del tempo divennero circa 7000 uomini divisi in sette coorti, suddivise a loro volta in sette centurie ciascuna, ognuna comprendente un centinaio di uomini a capo dei quali c’era il centurione.

Il corpo dei vigiles era diretto dal Praefectus Vigilum (prefetto dei vigili). Le loro caserme erano presso le porte delle mura cittadine, in modo da raggiungere rapidamente le zone interessate. A Trastevere, nei pressi della Chiesa di San Crisogono, otto metri sotto il livello stradale, ne è conservata una: è l’Excubitorium della VII coorte dei Vigili, riportato alla luce nel 1865.

I vigiles come spegnevano gli incendi?

Fortunatamente Roma era rifornita di molta acqua: c’erano fontane pubbliche, cisterne e pozzi. I vigili disponevano di molti strumenti, in particolare di pompe in grado di sollevare l’acqua a grande altezza. Disponevano poi di asce e picconi per abbattere pareti pericolanti, scale, pertiche e i centones, grandi coperte intrise di aceto con le quali si cercava di circoscrivere le fiamme e di soffocare i focolai.

Prima di Ottaviano Augusto lo spegnimento degli incendi era affidato a squadre di operai, finanziate da facoltosi cittadini privati che, intervenendo a favore della popolazione, acquisivano una crescente e solida popolarità.

 

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