10 febbraio è la data scelta per ricordare ogni anno il massacro di migliaia di italiani e di italiane gettati nelle foibe dai partigiani comunisti iugoslavi di Tito (Josip Broz), tra il 1943 e il 1945; in questa data si ricorda inoltre l’esodo degli italiani e delle italiane espulsi dai territori della Venezia Giulia e della Dalmazia, che, dopo la seconda guerra mondiale, vennero assegnati alla Iugoslavia.
10 febbraio – Giorno del ricordo: che cosa sono le foibe?
Le foibe – dal latino fovea (cioè “fossa”) – sono cavità naturali, spesso delle vere e proprie voragini a forma di imbuto, che sprofondano nel terreno per decine di metri, assumendo le sembianze di veri e propri pozzi naturali. Sono tipiche del Carso e dell’Istria. In queste voragini naturali, tra il 1943 e il 1945, i partigiani comunisti iugoslavi vi hanno gettato i cadaveri delle loro vittime per farli sparire.
Perché ci furono i massacri delle foibe?
All’indomani dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, 8 settembre 1943, lo sfaldamento delle istituzioni e il disfacimento dell’esercito italiano crea nell’area istriana un vuoto di potere che non viene immediatamente colmato dalle forze tedesche. Ne approfitta Tito che vuole annettere alla Iugoslavia l’intera Venezia Giulia fino al fiume Isonzo ed estendere il più possibile verso occidente il regime comunista. A cadere dentro le foibe e ad andare nei campi di concentramento ci sono fascisti, cattolici, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. È una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare i non comunisti e gli italiani.
Dopo il 1947, quando il trattato di pace assegna alla Iugoslavia l’Istria, Fiume, Zara, la Dalmazia, e le isole del Quarnaro, la quasi totalità degli italiani abbandona queste zone per l’Italia, ma anche per gli Stati Uniti e l’Australia.
L’inserimento nella società italiana non è facile: il Paese è distrutto dalla guerra, si tratta di altre bocche da sfamare; inoltre non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Iugoslavia, un paese comunista alleato dell’URSS; non si approfondisce nemmeno la tragedia delle foibe.
Perché è stato scelto il 10 febbraio come Giorno del ricordo?
È stata scelta questa data perché in quel giorno a Parigi nel 1947 furono stipulati i trattati di pace dopo la seconda guerra mondiale. Con il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 all’Italia furono imposte alcune cessioni territoriali alla Iugoslavia, tra cui parte della Venezia Giulia, l’Istria, le città di Fiume e Zara.
Chi ha istituito la Giornata del ricordo?
Il 10 febbraio di ogni anno, a partire dal 2005, si celebra il Giorno del ricordo, cerimonia di commemorazione delle stragi e del successivo esodo degli italiani. Il 10 febbraio Giorno del ricordo è stato istituito dalla legge 92 del 30 marzo 2004. È una ricorrenza civile nazionale italiana che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata.
26 ottobre 1954 – Trieste torna italiana
L’Italia riprese il controllo amministrativo della città di Trieste solamente il 26 ottobre 1954, quando la città cessò di essere territorio internazionale (ossia amministrato dalla comunità internazionale e dalla Iugoslavia) e tornò a far parte dell’Italia.