11 settembre 2001: due Boeing 767 dirottati si schiantano, a distanza di un quarto d’ora, contro le Torri Gemelle del World Trade Center di Manhattan a New York. Sono i grattacieli più alti della metropoli, 420 metri, 110 piani. Ospitano 500 società internazionali, banche, agenzie di assicurazioni, ditte immobiliari, ristoranti, bar. Vi lavorano 50 mila persone.
Mentre centinaia di milioni di telespettatori di tutto il mondo sono ormai inchiodati al televisore, un altro aereo colpisce a Washington il Pentagono, sede del comando supremo dell’esercito degli Stati Uniti. Un quarto aereo precipita a Pittsburg, in Pennsylvania, ed è il solo a non centrare il bersaglio, grazie probabilmente alla ribellione dei passeggeri.
Intanto le strutture delle due Torri cedono, letteralmente liquefatte dallo spaventoso calore dell’incendio scatenato dall’esplosione dei due aerei carichi di carburante, e i due giganti crollano seppellendo migliaia di persone.
Tutto il mondo si sentì all’improvviso più fragile, consapevole che era cominciata una guerra anomala, mai dichiarata, contro un nemico invisibile che può colpire in qualsiasi momento anche il bersaglio più insospettato.
La televisione fu in grado di trasmettere, quasi in tempo reale, l’attacco alle Torri ripreso da un operatore che stava filmando nella zona lo svolgimento di certi lavori.
Nel filmato si vedono perfettamente: due aerei cozzare contro le torri; i pompieri precipitarsi negli edifici; la gente fuggire; le torri crollare; uno spesso strato di polvere coprire la zona devastata.
Ecco come appare oggi il luogo dove fino all’11 settembre del 2001 sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center:
Un cartello richiede raccoglimento e silenzio di fronte al luogo in cui persero la vita quasi 3000 persone.