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16 ottobre 1943: rastrellamento del ghetto di Roma

Il 16 ottobre 1943 i soldati tedeschi della Gestapo fecero irruzione nel ghetto di Roma, il quartiere dov’era concentrata parte della popolazione ebraica, e rastrellarono l’intera comunità ebraica, per poi deportarla nel campo di concentramento di Auschwitz.

Dei 1023 tra uomini, donne e bambini catturati durante la razzia del ghetto sopravvissero e ritornarono solo 16 persone: 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino, morta nel 2000.

Come si arrivò a questo?

L’inganno dei 50 chili d’oro in 36 ore

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i nazisti occuparono il centro-Nord d’Italia. All’indomani dell’occupazione di Roma (10 settembre 1943), Herbert Kappler, Comandante della polizia tedesca a Roma, convocò nel suo ufficio il presidente della Comunità Ebraica romana, Ugo Foà, chiedendo 50 chili d’oro, altrimenti 200 ebrei romani sarebbero stati deportati in Germania. Gli ebrei avevano tempo 36 ore per raccogliere quanto richiesto.

La raccolta dei 50 chili d’oro iniziò il 27 settembre e terminò nei tempi imposti dai nazisti. La comunità ebraica credette così di aver scongiurato il peggio, invece nei giorni successivi seguirono i saccheggi di soldi, libri e oggetti di inestimabile valore culturale dalle sinagoghe, dalle biblioteche e dagli uffici della comunità, fino ad arrivare al tragico epilogo: la deportazione dell’intera comunità ebraica romana.

Quando e come venne svuotato il ghetto di Roma?

L’azione tedesca nel ghetto di Roma si svolse in modo inaspettato, alle 5.30 del mattino di sabato 16 ottobre 1943, giorno festivo per gli ebrei, scelto appositamente per sorprenderne il maggior numero possibile.

Gli ebrei furono colti impreparati, molti ancora nel sonno, e non ebbero tempo di trovare rifugio. Gli accessi stradali al ghetto vennero bloccati e le SS passarono casa per casa, trascinando gli abitanti fuori dalle proprie abitazioni e ammassandoli in strada.

Al rastrellamento collaborarono i funzionari del regime fascista della Repubblica di Salò. Fu mirato, perché Mussolini nel 1938 aveva ordinato un censimento degli ebrei.

Gli ebrei furono tutti deportati al campo di concentramento di Auschwitz: dei 1023 tra uomini, donne e bambini catturati durante la razzia del ghetto sopravvissero e ritornarono solo 16 persone: 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino, morta nel 2000.

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