20 giugno 1789 – I deputati del Terzo Stato francese effettuano il Giuramento della Pallacorda.
Antefatto
La Francia di Luigi XVI versava in una situazione finanziaria gravissima: le categorie sociali più ricche del regno – i nobili e il clero – erano esentate dalle tasse e le imposte gravavano unicamente sui contadini e sui borghesi. Se le banche estere avessero chiesto la totale restituzione del denaro prestato, la Francia sarebbe finita in bancarotta, cioè in fallimento. Questo avrebbe significato rappresaglie economiche degli Stati esteri, chiusura dei prestiti anche ai privati, impossibilità dello Stato di mantenere un esercito e quindi persino l’eventualità di un’invasione da parte degli eserciti stranieri.
I ministri di Luigi XVI avevano cercato di convincere l’aristocrazia e il clero a “sacrificarsi” per il Paese versando per qualche anno tasse straordinarie, ma avevano avuto solo risposte negative e sprezzanti. Uno di questi ministri, nel 1788, arrivò a compiere un gesto provocatorio, pubblicando il bilancio dello Stato. Esso andò a ruba, arrivò a una tiratura di 100.000 copie e le sue cifre suscitarono scandalo in tutta la Francia. In quello stesso anno la carestia si abbbatté sui raccolti e il Paese divenne una polveriera. La situazione era tale che si rendeva necessaria la convocazione degli Stati generali, l’Assemblea dei tre “stati” o “ordini” che non veniva riunita più da quasi due secoli: lì si sperava, i notabili e il popolo avrebbero potuto discutere le misure da prendere per sanare la situazione. Luigi XVI alla fine dovette cedere e fissare la prima seduta dell’Assemblea.
Gli Stati generali
Il 5 maggio 1789 gli Stati generali si riunirono a Versailles sotto la presidenza del re Luigi XVI.
La tradizione voleva che i deputati di ciascuno “stato”, dopo la seduta di apertura, si riunissero in tre sale separate per deliberare. A ogni “stato” toccava un voto. Poiché clero e nobiltà si trovavano sempre d’accordo, potevano contare su due voti mentre il Terzo stato ne aveva uno solo. Per evitare la loro automatica sconfitta, i deputati del Terzo stato avevano reclamato il voto pro capite, cioè un voto a testa per ciascun deputato: essendo più numerosi, con questa riforma del sistema di votazione avrebbero ottenuto la maggioranza.
Il re, né quel giorno né durante le successive riunioni, continuò a non rispondere sul tema della riforma della votazione.
Il 17 giugno 1789, stanchi di aspettare, i deputati del Terzo stato decisero che, rappresentando la maggioranza dei Francesi, avevano il diritto di proclamarsi Assemblea nazionale e di rappresentare la nazione nel suo complesso.
Il 20 giugno 1789, in una palestra dove si giocava alla pallacorda (uno sport simile al tennis) i deputati del Terzo stato giurarono (Giuramento della Pallacorda) di non separarsi prima di aver dato una Costituzione alla Francia e, a questo scopo, il 9 luglio 1789 si proclamarono Assemblea nazionale costituente.
Con questo atto clamoroso proclamavano automaticamente decaduti gli Stati generali, che venivano sostituiti da un’Assemblea sulla quale il re non aveva più alcun potere.
Il gesto rivoluzionario dei deputati del Terzo stato spaventò il re, che prese due decisioni in contrasto tra loro: da un lato si mostrò rispettoso della nuova situazione e ordinò ai nobili e al clero di riconoscere l’Assemblea costituente prendendo parte alle sue riunioni; dall’altra richiamò a Versailles 2000 soldati dimostrando di essere pronto a scioglierla con la forza. Ciò fece esplodere la collera del popolo: era necessario armarsi.
Il Giuramento della Pallacorda segnò l’inizio della Rivoluzione francese.