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Maestà di Duccio di Buoninsegna descrizione

La Maestà di Duccio di Buoninsegna è la più importante pala d’altare che abbia prodotto l’arte italiana.

Destinata all’altare maggiore del Duomo di Siena, venne commissionata a Duccio di Buoninsegna nel 1308. Il 9 giugno 1311 l’opera venne portata in Duomo con una grande festa cittadina. Lì rimase, anche se fra vari spostamenti, fino al 1878. Oggi l’opera si trova collocata presso il Museo dell’Opera del Duomo e musei stranieri.

Maestà di Duccio di Buoninsegna – Descrizione

Eccezionali sono anche le dimensioni della pala, che era dipinta sulle due facce e completata da una predella e da un coronamento, anch’essi a due facce.

In seguito a spostamenti e danni subiti dalla pala, oggi le due facce sono separate, alcuni degli scomparti della predella e degli angeli dei pinnacoli sono andati perduti e altri si trovano in musei stranieri; anche i due coronamenti non si sono conservati per intero.

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Duccio di Buoninsegna, Maestà, 1308-1311. Lato anteriore. Tempera e oro su tavola, 370×450 cm. Siena, Museo dell’Opera del Duomo e musei stranieri

Sulla faccia anteriore è raffigurata la Madonna col Bambino in trono, vista frontalmente (è questo il significato proprio del termine “Maestà”). Nella scritta sul gradino del trono si legge, insieme con il nome dell’artista, un’invocazione di pace per la città di Siena.

La Maestà è affiancata da venti angeli e da due schiere di santi; in alto si vedono dieci busti di apostoli, originariamente racchiusi in una cornice.

Duccio di Buoninsegna, Maestà, 1308-1311. Lato posteriore con i 26 episodi. Tempera e oro su tavola. Siena, Museo dell'Opera del Duomo e musei stranieri
Duccio di Buoninsegna, Maestà, 1308-1311. Lato posteriore con i 26 episodi. Tempera e oro su tavola. Siena, Museo dell’Opera del Duomo e musei stranieri

La faccia posteriore ospita una dettagliata narrazione della Passione di Cristo (dall’Ingresso in Gerusalemme [in basso a sinistra] al Cammino verso Emmaus [in alto a destra]) per un totale di ventisei episodi illustrati da quattordici pannelli, con al centro il doppio pannello dedicato alla Crocifissione; la loro disposizione segue un ordine di lettura da sinistra a destra e dal basso verso l’alto.

La predella anteriore era dedicata all’Infanzia di Cristo e comprendeva anche alcune figure di Profeti, quella posteriore alla Vita pubblica di Cristo; i due coronamenti alla Morte di Maria (anteriore) e ad Apparizioni di Cristo dopo la morte (posteriore).

La raffigurazione principale era rivolta ai fedeli ed era compresa in un programma di glorificazione della Vergine (alla quale è dedicata la cattedrale senese). Le scene del retro erano invece destinate a una visione più ravvicinata, in particolare da parte dei canonici che sedevano nel coro.

In quest’opera, compiuta con la collaborazione della bottega ma sotto il controllo del maestro, l’impronta bizantina si esprime nei volti dei personaggi e nella loro disposizione a schiera. Invece, il trono, arricchito da motivi cosmateschi, presenta una solidità che risente della visione spaziale trecentesca. Le scene della parte posteriore rivelano una minore sensibilità per la terza dimensione.

I colori brillanti e preziosi risaltano sul fondo dorato, sottolineati dalle linee e dalle minute decorazioni.

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