Iliade Libro Quindicesimo. Riassunto del Libro Quindicesimo dell’Iliade.
Zeus, sulla cima del monte Ida, si sveglia e si accorge dell’inganno; rimprovera e minaccia duramente la moglie Era e le ordina di tornare sull’Olimpo, ma prima le svela il suo piano: egli, da un lato, intende onorare Ettore, destinato a una morte imminente, aiutandolo a realizzare la sua aspirazione a bruciare le navi achee; dall’altro, mantenere le promesse fatte a Teti, madre di Achille: quando Achille scorgerà le fiamme, come promesso agli Achei, invierà in rinforzo Patroclo con i suoi Mirmidoni. Patroclo cadrà per mano di Ettore, Achille rientrerà in battaglia e ucciderà Ettore. Priva del suo più audace difensore, Troia sarà conquistata e distrutta, come desidera la stessa Era. Ma nessun dio dovrà partecipare alla battaglia finché Achille non avrà avuto soddisfazione per il torto subìto da Agamennone.
Zeus invia poi Iride, la sua messaggera, dal fratello Poseidone per intimargli di abbandonare il campo di battaglia; il dio del mare, benché offeso, non può opporsi.
Su sollecitazione di Zeus, il dio Apollo si avvicina a Ettore, gli si rivela e lo aiuta a riprendersi. Ettore torna a combattere, tra la costernazione dei Greci che si ritirano di nuovo oltre il muro. La battaglia si avvicina sempre di più alle navi.
La battaglia presso le navi è rappresentata con grande tensione epica. I due eserciti, e i due eroi principali, si battono col massimo impegno, sapendo che questo è uno scontro decisivo.
La tensione del momento è sottolineata da splendide similitudini che illustrano la tenacia e il valore di entrambi i contendenti.
La prima similitudine (vv. 618-622) rappresenta un primo momento di resistenza degli Achei, paragonati a uno scoglio battuto dal vento e dai marosi.
La seconda similitudine (vv. 624-629) paragona l’assalto vincente di Ettore contro la folla a un’ondata che si abbatte su una nave e atterrisce i marinai.
La terza similitudine (vv. 630-638) presenta Ettore che insegue gli Achei dopo aver ucciso il miceneo Perifete, paragonandolo a un leone che divora una vacca al centro della mandria, e così fa fuggire tute le altre.
La quarta similitudine (vv. 679-686) paragona l’avanzata di Aiace sui ponti delle navi all’impresa di un abile cavallerizzo, che passa dall’uno all’altro dei suoi cavalli lanciati al galoppo.
La quinta similitudine (vv. 690-694) paragona l’attacco di Ettore alle navi al volo di un’aquila che piomba su un gruppo di uccelli in riva al fiume. Spicca in questo caso il particolare del lungo collo dei volatili, simili al profilo delle navi.
Anche i discorsi fanno leva sulle emozioni più forti dei suoi compagni: Ettore, infatti, percepito il favore di Zeus lo amplifica nelle sue esortazioni ai compagni.
Il racconto continua con Iliade Libro Sedicesimo riassunto