I Promessi Sposi capitolo 2 Riassunto dettagliato, analisi e commento degli avvenimenti, luoghi e personaggi del celebre romanzo di Alessandro Manzoni
Capitolo 2 Promessi Sposi: l’agitata notte di don Abbondio
Il povero don Abbondio, dopo l’incontro con i bravi (Promessi Sposi capitolo 1 Riassunto) trascorre una notte agitatissima. Nella mente riecheggia quel terribile «ehm!» di congedo dei bravi. Considera varie ipotesi: scrivere al vescovo, come ha suggerito Perpetua? Fuggire? Nessuna pare però priva di pericoli. L’unica soluzione è prendere tempo, tergiversare con Renzo sino al sopraggiungere del «tempo proibito» (l’Avvento, dal 12 novembre all’Epifania), durante il quale non è consentito celebrare matrimoni. Anche in sogno continua ad avere paura e immagina inseguimenti e schioppettate.
Don Abbondio si risveglia: ha paura di rivelare la verità e teme le reazioni di Renzo. D’altra parte si sente in pieno diritto di ingannarlo: «egli pensa alla morosa, ma io penso alla pelle: il più interessato son io», si va ripetendo. Come se le nozze di Renzo fossero un capriccio di bambini! A don Abbondio non passa neanche per la testa che celebrare un matrimonio rientri nei suoi doveri. Ma sappiamo bene il motivo per cui ha preso gli ordini sacerdotali: per stare tranquillo! Pertanto, non rinuncia a questa sua sicurezza solo per far piacere a Renzo!
Capitolo 2 Promessi Sposi: Presentazione di Renzo
Dunque, nel capitolo 2 entra in scena Renzo, il protagonista del romanzo. Il passo con cui Renzo entra in scena è caratterizzato subito dall’impazienza e dall’ira, dalla «lieta furia d’un uomo di vent’anni, che deve in quel giorno sposare quella che ama».
Viene subito delineata per il nuovo personaggio una breve biografia: Renzo è orfano da diversi anni; ha ereditato dalla sua famiglia la professione di filatore di seta che gli dà da vivere onestamente; possiede un piccolo appezzamento di terreno e, da quando ha deciso di sposarsi, è diventato un risparmiatore. Per la sua condizione, allora, può definirsi agiato. Segue, poi, la descrizione, appena accennata, del suo abbigliamento da sposo: un cappello con penne di vario colore e il «suo pugnale del manico bello, nel taschino de’ calzoni».
Manzoni non dice nulla della realtà fisica di Renzo, preferisce suggerire piuttosto che descrivere e lascia che il lettore si immagini Renzo sulla traccia di quella «lieta furia» (ossimoro) e di quell’aria di festa e di braveria, fra il gaio agitarsi delle penne di vario colore e il baldanzoso apparire del manico del pugnale delle grandi occasioni.
Capitolo 2 Promessi Sposi: colloquio tra Renzo e don Abbondio
Don Abbondio abusa della sua superiore cultura e, tra viltà e mancanza di scrupoli, recita in latino a Renzo una serie di parole assolutamente non pertinenti: non ci sono impedimenti di alcun genere alle nozze dei due giovani, tranne la volontà di don Rodrigo, che il curato non vuole assolutamente combattere. Il giovane, in ogni caso, non è uno sciocco (malgrado ignori il latino) e da Perpetua riceve conferma dei suoi sospetti. In breve risale alla verità costringendo lo stesso don Abbondio a rivelargli il nome del prevaricatore. Ci riesce con un involontario gesto di minaccia: quando sopra pensiero, mette la mano sul manico del pugnale, il curato impallidisce e vuota il sacco.
Il carattere di Renzo si rivela già da queste prime pagine. Egli è generoso, leale, impulsivo ma fondamentalmente onesto: sospetta, infatti, che le parole e i gesti del curato mascherino un’insidia, ma si lascia persuadere perché lo rispetta e vede in lui quello che, a dire il vero, don Abbondio proprio non è, ovvero un pastore di anime, un ministro di Dio incapace di mentire. In seguito alle molteplici esperienze e prove a cui sarà sottoposto, Renzo imparerà a temperare l’irruenza, a diffidare, a verificare le affermazioni. Tuttavia non verrà mai meno, nel suo animo, anche nei momenti di maggior sconforto, la fiducia nella Provvidenza, la convinzione che sempre e comunque si deve agire onestamente.
Capitolo 2 Promessi Sposi: presentazione di Lucia
Rimasto solo e sopraffatto da tante emozioni, don Abbondio si mette a letto con la febbre. Intanto, Renzo si avvia alla casa di Lucia e medita propositi di vendetta nei confronti di don Rodrigo. Ma il pensiero di Lucia lo calma: da Lucia Renzo trae la forza di non lasciarsi mai trascinare nel turbine della disperazione, di restare al di fuori della spirale di malvagità a cui gli sarebbe tanto facile abbandonarsi.
Arrivato nel cortiletto, da dove si sente il cicaleccio delle amiche convenute ad ammirare la sposa, Renzo fa chiamare Lucia dalla piccola Bettina.
Alla fine del secondo capitolo, dunque, compare Lucia. Anche Lucia come Renzo è presentata con un ossimoro «modestia un po’ guerriera», che introduce subito un elemento importante del carattere della protagonista: la sua timidezza e la sua ritrosia, che però non la portano a fuggire dalle battaglie della vita.
Segue poi, a differenza di quanto Manzoni fa con Renzo, una minuziosa descrizione dell’abito da sposa: «Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d’oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch’esse, a ricami».
È invece detto poco sui tratti del volto, si ricordano solo i «lunghi e neri sopraccigli» e i «neri e giovanili capelli».
Le reazioni della fanciulla assecondano i sospetti di Renzo che ella sapesse qualcosa, ma le spiegazioni vengono rinviate. Le donne presenti ai preparativi per il matrimonio vengono avvertite che la cerimonia è rimandata per la malattia del curato. Perpetua conferma la notizia («un febbrone») troncando ogni possibile pettegolezzo.
Il racconto continua con Promessi Sposi capitolo 3 Riassunto
Questo articolo è tratto dall’ebook “Guida ai Promessi Sposi” in vendita su | |