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Metamorfosi di Ovidio spiegazione e riassunto

Le Metamorfosi di Ovidio, insieme ai Fasti, costituisce l’opera definita “della maturità di Ovidio”. Iniziata all’incirca nel 3 d.C. e portata a termine nell’8 d.C., poco prima che Ovidio ricevesse l’ordine di lasciare Roma.

Metamorfosi Ovidio – la struttura

Le Metamorfosi (o Metamorphoseon libri XV) è un’opera di circa 12.000 esametri, divisi in 15 libri, in cui sono inseriti circa 250 miti di trasformazione. L’argomento dell’opera è dunque mitologico.

I criteri con cui i miti risultano inseriti nelle Metamorfosi di Ovidio sono vari:

  • a volte si tratta di legami di somiglianza: un mito ne richiama un altro per analogia di situazioni e di risvolti psicologici;
  • spesso i miti sono collegati dall’appartenenza o alla stessa area geografica, oppure alla stessa famiglia. Nel terzo libro, ad esempio, sono raccolte tutte le vicende relative al culto di Dioniso in terra tebana.

Nei primi due libri vengono collocati i miti relativi alla trasformazione del Caos nei vari elementi della natura, poi la creazione dell’uomo, il diluvio universale, l’incendio della terra causato da Fetonte, infine la rinascita degli uomini ad opera di Deucalione e Pirra.

A partire dal libro III, si entra nell’età dei semidei e degli dei, e delle loro passioni per gli esseri umani. Sono narrati quindi i miti di uomini tramutati in:

  • animali: Atteone in cervo, Ecuba in cagna, Aracne in ragno, ecc.;
  • piante: Giacinto in fiore, Dafne in lauro, Ciparisso in cipresso, ecc.;
  • esseri inanimati: Niobe in pietra, Biblide in fonte.

Si giunge così al libro XII, in cui si narra del sacrificio di Ifigenia, della guerra di Troia fino alla morte di Achille.

Nel libro XIII si passa dalla mitologia greca a quella romana: Ulisse e Aiace si contendono le armi di Achille. Poi viene narrata la fuga di Enea con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio.

Il libro XIV contiene l’ultima parte del viaggio di Enea, l’approdo in Italia e i racconti mitici sull’origine di Roma.

Nel libro XV, l’ultimo, ha particolare rilievo il discorso di Pitagora sulla metempsicosi e, quindi, sulla metamorfosi come legge che regola il mondo. Pitagora, nel corso del libro XV, afferma di esporre quanto gli ha dettato lo stesso Apollo: l’anima non muore ma, lasciata la sede precedente, vaga da un corpo all’altro, migra da noi nelle bestie e dai corpi ferini nei nostri. Nessuna cosa è stabile e ferma, ma tutto varia e si rinnova.

L’opera, le Metamorfosi di Ovidio, si chiude con la divinizzazione di Cesare, che assurge in cielo sotto forma di astro, e con la celebrazione di Augusto.

Ovidio Metamorfosi – i temi

Oltre al tema mitico, nelle Metamorfosi di Ovidio c’è il tema dell’amore, che assume connotazioni decisamente diverse rispetto alle opere erotiche giovanili.

Nelle opere della maturità, infatti, l’amore diventa una cosa seria, perde le sue connotazioni ludiche. Quasi sempre il sentimento viene esasperato e portato alle estreme conseguenze, con il risultato che ogni storia d’amore si impone per il suo valore di esemplarità.

Il mito di Filemone e Bauci offre un esempio di come l’amore si concretizzi pienamente nel rapporto coniugale. I due vecchi, avendo gli dei promesso loro di esaudire ogni desiderio, chiedono che nessuno dei due veda la morte dell’altro. La preghiera viene esaudita e i due corpi, trasformati in due tronchi d’albero, vivono vicini, uniti nella morte così come lo erano stati nella vita.

Le Metamorfosi di Ovidio – le fonti

Le fonti a cui Ovidio attinge per la sua opera sono:

  • i poemi di Omero (Iliade e Odissea);
  • Callimaco (la metamorfosi della Chioma di Berenice in costellazione [era stata tradotta in latino da Catullo, Carme LXVI, nel I secolo a.C., a sua volta tradotto in italiano da Ugo Foscolo nel 1803]);
  • Virgilio (gli episodi di Deucalione e Pirra nella VI ecloga, e la favola di Aristeo nel libro IV delle Georgiche);
  • Nicandro di Colofone, autore di un poema in esametri, le Metamorfosi, in cui elementi mitici erano mescolati con altri di carattere storico e geografico;
  • le Metamorfosi di Partenio di Nicea (I secolo a. C.);
  • l’Ornithogonia, attribuita dalla tradizione alla poetessa greca, Boios, identificata con una delle più antiche sacerdotesse di Delfi. L’opera di Boios conteneva tutte le favole relative alla trasformazione di eroi in uccelli.

Per saperne di più – Nella produzione poetica di Ovidio si distinguono tre gruppi di opere: le opere giovanili o amorose, le opere maggiori o della maturità (Metamorfosi e i Fasti), le opere dell’esilio.

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