La società spartana era suddivisa in tre categorie: spartiati, perieci, iloti.
Gli Spartiati nella società spartana
Gli spartiati erano i discendenti degli antichi Dori; detenevano il controllo economico e politico di Sparta; ciascuno di essi era proprietario di un appezzamento di terreno che faceva coltivare dagli iloti, in modo da potersi dedicare a tempo pieno all’attività militare. Ad appena sette anni, infatti, il bambino veniva sottratto alla madre e fino al ventesimo anno era affidato alle cure della polis, che provvedeva a farne un ottimo soldato, interamente consacrato agli interessi della patria.
Le prove a cui era sottoposto durante l’addestramento erano numerose e durissime. Errori e cedimenti comportavano punizioni severe e discredito presso i compagni, e potevano costare anche la vita.
Per gli spartiati la vita di famiglia era ridotta ai minimi termini, perché obbligati alla vita comunitaria. Rientravano in questa organizzazione i sissizi, cioè le mense pubbliche dove gli spartiati si riunivano per consumare i loro pasti in comune e a cui ciascuno contribuiva nella stessa misura. I pasti, naturalmente, erano sempre semplici e frugali. Secondo la tradizione, questa abitudine era stata istituita da Licurgo con l’intento di reprimere ogni propensione verso i piaceri e il lusso, che nuocevano all’efficienza fisica. Le mense pubbliche realizzavano inoltre quel principio di uguaglianza che Licurgo aveva posto a fondamento della costituzione spartana.
I Perieci a Sparta
I perieci (letteralmente «coloro che abitano intorno») vivevano in piccoli villaggi intorno alla città. Erano di origine dorica come gli spartiati, ma non erano cittadini a pieno titolo: potevano possedere terre e facevano parte dell’esercito come opliti, ma non godevano di alcun diritto politico; si occupavano prevalentemente di artigianato e commercio (che era proibito agli spartiati).
Gli Iloti nella società spartana
Gli iloti erano i discendenti delle popolazioni sottomesse dagli Spartani al momento del loro insediamento in Laconia, a cui poi si aggiunsero gli abitanti della Messenia. Privi di ogni diritto, vivevano in una condizione di semischiavitù (a differenza degli schiavi, essi appartenevano allo Stato e non al padrone, e non potevano essere comprati o venduti). Erano costretti a lavorare la terra degli spartiati, consegnando loro metà del raccolto.
Gli iloti erano coscienti di essere degli oppressi nella loro stessa terra e ciò li rendeva estremamente pericolosi: e in effetti la storia spartana fu letteralmente costellata dalle loro rivolte, regolarmente represse nel sangue (leggi Le guerre messeniche condotte da Sparta). Per fiaccare il loro spirito, gli Spartani facevano vivere gli iloti in una condizione di degrado fisico e morale.
Gli iloti erano tenuti anche in una condizione di costante terrore. Ogni anno, gli efori appena entrati in carica dichiaravano guerra agli iloti, consentendo, a chiunque lo volesse, di ucciderli senza commettere reato. Ma l’esempio più impressionante del regime di terrore e della violenza a cui erano sottoposti era un rito chiamato kryptèia, una sorta di «missione notturna» cui venivano addestrati i giovani Spartani.