La poesia toscana eredita il patrimonio culturale della poesia siciliana adattato, però, alle nuove realtà sociali del centro Italia.
Infatti, se la poesia siciliana è legata alla realtà della corte sveva, la poesia toscana riflette, a vari livelli, la realtà dei liberi Comuni caratterizzati da una intensa vita economica, politica e culturale.
I rimatori toscani, infatti, sono insieme letterati e cittadini, direttamente interessati e partecipi alla vita politica e spesso politicamente avversari fra loro nelle forme dei partiti guelfi e ghibellini.
È naturale perciò che la tematica della loro poesia non è solo amorosa (come quella dei siciliani) ma anche morale, civile e politica; mentre la stessa tematica amorosa rivela un’assidua tendenza all’inchiesta morale e psicologica.
Accanto ai collaudati schemi espositivi (sonetto e canzone¹) la poesia toscana sperimenta altri modelli come la ballata² (mai usata dalla scuola siciliana).
Tra i poeti toscani, Guittone d’Arezzo è considerato il caposcuola. Egli è autore di un canzoniere (250 sonetti e 50 canzoni), buona parte del quale è legato a contenuti propri dell’amor cortese, ma in cui affronta anche tematiche politiche (da ricordare la celebre canzone Ahi lasso, or è stagion de doler tanto ).
Accanto a Guittone bisogna ricordare il fiorentino Chiaro Davanzati, impegnato anche politicamente e autore di un ricco canzoniere (61 canzoni e 120 sonetti) e il lucchese Bonagiunta degli Orbicciani, citato da Dante nel canto XXIV del Purgatorio, al quale viene attribuita l’espressione Dolce Stil Novo, con cui si suole indicare quel nuovo indirizzo poetico, più tardi perfezionato dal bolognese Guido Guinizzelli, dal fiorentino Guido Cavalcanti e, soprattutto, da Dante Alighieri.
È bene infine ricordare la figura di Compiuta Donzella, fiorentina, prima poetessa italiana in lingua volgare.
¹Canzone componimento poetico basato su strofe di endecasillabi o settenari variamente alternati e rimati fra loro. La forma più diffusa è costituita da cinque o più strofe, dette stanze, ognuna delle quali è formata da due parti, la fronte e la sirma, ed è conclusa da una stanza di congedo (o commiato), in cui l’autore si rivolge direttamente alla canzone stessa. La canzone venne portata in Italia dai trovatori provenzali.
²Ballata componimento poetico di ispirazione per lo più amorosa nato nel Medioevo. La ballata è tipicamente italiana e le sue origini sono da ricercare a Firenze e a Bologna dove fece la sua comparsa intorno alla metà del XIII secolo. Essa non venne mai usata dai poeti della Scuola siciliana e fu invece utilizzata sia da Guittone d’Arezzo – dichiarato l’inventore della ballata “sacra” – sia da Jacopone da Todi come metro della lauda → è la forma più importante di canzone sacra composta inizialmente in latino e poi in volgare in Italia nel Medioevo.