Eneide libro 1: riassunto, personaggi, luoghi. Il Proemio, l’ira di Giunone, la tempesta, Giove rinnova a Venere la sua promessa, Venere appare a Enea, Didone accoglie i profughi, il banchetto.
Anche l’Eneide, come i poemi omerici (Iliade e Odissea), inizia con un Proemio nel quale il poeta Virgilio presenta brevemente l’argomento trattato e invoca Calliope, Musa della poesia epica, perché lo assista nella sua lunga fatica poetica.
Il Proemio originale dell’Eneide comprendeva quattro versi iniziali sicuramente di Virgilio ma eliminati da Vario e Tucca, i curatori della pubblicazione postuma del poema.
In questi versi Virgilio si presenta come colui che, dopo aver cantato la vita dei pastori (nelle Bucoliche) e aver composto un poema sulle regole e i precetti da seguire nella coltivazione dei campi (le Georgiche), intende ora comporre un poema epico, il cui protagonista è l’eroe Enea.
Enea è il principe troiano scampato alla distruzione della sua città (per un approfondimento leggi Guerra di Troia – nella Storia e nella Leggenda). A Enea il Fato ha assegnato il compito di fondare nel Lazio una nuova città e di dare origine a una stirpe da cui discenderanno i fondatori di Roma. Questa missione è ostacolata da Giunone, da sempre fiera avversaria dei Troiani.
Come l’Odissea di Omero, anche la narrazione dell’Eneide inizia in medias res, quando Enea e i Troiani hanno abbandonato la loro terra da sette anni.
Le navi di Enea sono giunte presso le coste siciliane. Giunone, sapendo che i discendenti dei Troiani distruggeranno in futuro Cartagine, città a lei cara, decide di contrastare come può il volere del Fato, impedendo loro di raggiungere l’Italia. La dea si reca da Eolo, re dei venti: gli promette in sposa una bellissima ninfa, Deiopea, se scatenerà una tempesta contro i Troiani. Eolo acconsente e scatena una terribile tempesta. Nettuno però interviene e fa cessare la tempesta. La flotta troiana, dispersa e danneggiata, approda così sul suolo africano.
La scena si sposta in cielo: Venere, madre di Enea, sale sull’Olimpo e si lamenta con Giove per l’ostilità di Giunone verso i Troiani. Giove le conferma la sua promessa: Enea raggiungerà l’Italia e fonderà una città, Lavinio. Da suo figlio Ascanio, fondatore della città di Alba, discenderà Romolo, fondatore a sua volta di Roma e della stirpe romana che sottometterà la Grecia, vendicando così dopo secoli la sconfitta di Troia.
Giove invia poi Mercurio a Cartagine, perché la regina Didone accolga benevolmente i Troiani scampati alla tempesta.
Enea esce in esplorazione con il fido Acate. La madre Venere gli si fa incontro, assumendo l’aspetto di una cacciatrice cartaginese, e gli narra la tragica storia della regina. La dea preannuncia a Enea una buona accoglienza da parte della regina, poi si dilegua, rivelando il suo aspetto divino. Enea si lamenta con lei, non credendo alle profezie di un destino benevolo.
Enea e il fido Acate – resi invisibili dalla dea, che li ha avvolti in una nuvola – giungono a Cartagine. Qui ammirano il tempio dedicato a Giunone, che sta sorgendo nel centro della città, e si commuovono davanti agli affreschi raffiguranti episodi della guerra di Troia.
Fa il suo ingresso la regina di Cartagine. Le si avvicina un folto gruppo di Troiani scampati alla tempesta; la supplicano di lasciarli approdare sul lido di Cartagine, dichiarando intenzioni pacifiche. Didone li accoglie benevolmente.
A questo punto Enea e Acate escono dalla nube che li nasconde. Enea ringrazia Didone per la sua benevolenza e saluta gli amici scampati alla tempesta. Didone invita nuovamente tutti i Troiani a entrare nel palazzo, promettendo il suo aiuto.
Didone manda cibo abbondante ai Troiani rimasti presso il porto e fa preparare nel suo palazzo uno splendido banchetto. Enea manda Acate a prendere il figlio Ascanio e a portare ricchi doni per la regina.
Intanto in cielo, Venere si propone di far innamorare Didone di Enea, per assicurare al figlio benevola ospitalità e conforto. Il figlio della dea, Cupido, per esortazione della madre divina, prende l’aspetto di Ascanio e lo sostituisce, mentre Venere stessa prende temporaneamente con sé il vero figlio di Enea.
Cupido / Ascanio abbraccia il padre Enea e poi si rivolge affettuosamente a Didone, che lo prende in grembo e ne assorbe il potente effetto amoroso.
Dopo il sontuoso banchetto, Enea viene invitato da Didone a raccontare le vicende della caduta di Troia e delle peregrinazoni che lo hanno condotto a Cartagine.
Continua con Eneide Libro 2: riassunto, personaggi, luoghi