Storicismo – La concezione della Storia in Vico, Illuminismo, Romanticismo, Storicismo tedesco, Materialismo storico.
Tra il XVII e il XVIII secolo, e in special modo con l’opera Scienza nuova di Giambattista Vico e poi degli Illuministi, la Storia non è più solo ricostruzione di eventi ma diventa oggetto di riflessione filosofica.
Nella Scienza nuova Vico stabilisce un principio di identità tra verum (verità) e factum (fatto), in base al quale si può conoscere solo ciò che si fa. Di conseguenza, mentre è impossibile una scienza della Natura – in quanto non è opera dell’uomo -, è possibile una scienza della Storia che – in quanto opera dell’uomo – è la sola realtà suscettibile di una conoscescenza vera e autentica.
L’idea di Vico della Storia come continuo rinnovarsi di cicli secondo un ordine progressivo (età primitiva, età poetica ed età civile) è ripresa dagli Illuministi che concepiscono la Storia come un costante progresso dell’uomo, ovvero come un suo allontanarsi sempre di più dai vincoli naturali e sovrannaturali grazie al prevalere della ragione sulle passioni e sui sentimenti.
Però, a differenza di Vico, secondo il quale i «corsi e ricorsi» storici sono guidati dalla Provvidenza, gli Illuministi affidano alla sola ragione la capacità dell’uomo di affrancarsi dallo stato primitivo, rifiutando il riferimento a un ordine provvidenziale che garantisca alla Storia un significato ultimo.
Nell’età del Romanticismo, lo storicismo recupera l’idea di Vico della Provvidenza considerando ogni momento storico come la manifestazione di un principio universale e assoluto implicito nella Storia e che attraverso la Storia stessa si va chiarendo e realizzando.
Tale concezione idealistica della Storia, che unisce il filosofo tedesco Hegel (1770-1831) al filosofo italiano Croce (1866-1952), considera insomma il corso storico come la manifestazione progressiva (in un ordinato succedersi di cause ed effetti) di un principio universale.
Dalla visione idealistico-romantica dello storicismo si distacca presto il cosiddetto “storicismo tedesco“, ovvero una corrente di pensiero sviluppatasi in Germania alla fine dell’Ottocento che ha in Dilthey (1833-1911) il suo fondatore.
Secondo Dilthey la Storia non è altro che il risultato dell’opera dell’uomo, un essere finito che si muove e costruisce all’interno delle specifiche coordinate spazio-temporali della civiltà in cui vive: la Storia si riferisce allora soltanto all’esperienza umana ed è perciò individuale e irripetibile; perciò se le scienze naturali spiegano gli avvenimenti, quelle storiche si sforzano di comprendere i fenomeni umani e di coglierne l’unicità attraverso un’identificazione tra soggetto e oggetto della conoscenza che Dilthey definisce «esperienza vissuta» (Erlebnis) del soggetto conoscente.
Una forma particolare di storicismo è quello che deriva dal pensatore tedesco Karl Marx (1818-1883), secondo il quale il progresso storico deriva dalla lotta di interessi economici e sociali contrapposti e dunque è strettamente connesso al conflitto delle classi. Questo tipo di storicismo viene chiamato “materialismo storico” per distinguerlo da quello “idealistico” che da Hegel giunge sino a Croce.