Cosa succede nel Canto 8 del Purgatorio? Quali sono gli argomenti trattati? Chi sono i personaggi che Dante incontra nel canto VIII del Purgatorio?
Argomenti del Canto 8 Purgatorio
- La preghiera delle anime al tramonto (vv. 1-18)
- Gli angeli guardiani (vv. 19-42)
- Incontro con Nino Visconti (vv. 43-84)
- Le tre stelle (vv. 85-93)
- Il serpente messo in fuga dagli angeli (vv. 94-108)
- Corrado Malaspina (vv. 109-139)
Canto 8 Purgatorio: La preghiera delle anime al tramonto (vv. 1-18)
Il Canto 8 del Purgatorio si apre con alcuni versi, che sono tra i più famosi di tutto il poema: «Era già l’ora che volge il disio / ai navicanti e ‘ntenerisce il core / lo dì c’han detto ai dolci amici addio…».
È l’ora che, secondo lo schema liturgico, è detta Compieta. Si riaccende la nostalgia dei naviganti lontani dalle proprie case e dai propri affetti, e dei pellegrini che hanno appena iniziato il loro viaggio.
Una delle anime alza le mani e guardando fisso verso oriente (secondo l’uso antico dei cristiani, nel pregare), inizia a intonare Te lucis ante (Prima della fine del giorno, è l’inno attribuito a sant’Ambrogio, con cui s’invoca l’aiuto celeste contro le tentazioni notturne: «prima che la luce si spenga, ti invochiamo, o Creatore, affinché per la tua clemenza tu sia nostro tutore e custode. Si dileguino i sogni e i fantasmi notturni. E tu abbatti il nostro nemico e impediscigli di insozzare i nostri corpi»). Tutti gli altri penitenti lo seguono.
Purgatorio Canto 8: Gli angeli guardiani (vv. 19-42)
Due angeli con due spade infuocate e senza punta scendono dal cielo. Le loro vesti sono verdi come foglie appena nate, così anche le loro ali.
Uno dei due angeli si posa sopra i due poeti e Sordello, l’altro si colloca all’altro lato della valle, per cui le anime si raccolgono al centro.
Dante distingue la loro testa bionda, ma non riesce a sostenere con lo sguardo lo splendore accecante del loro volto. Sordello spiega che i due angeli sono mandati dalla Madonna per proteggere la valle da un serpente che sta per arrivare.
Dante non sapendo da quale parte arriverà il serpente si stringe alle spalle del suo maestro (Virgilio), tutto raggelato dalla paura.
Purgatorio Canto 8: Incontro con Nino Visconti (vv. 43-84)
Sordello invita Dante e Virgilio a scendere tra le anime dei principi per parlare con loro: la cosa sarà assai ben gradita.
Scendono di soli tre passi e una delle anime sembra riconoscere Dante, nonostante il buio. Anche Dante lo riconosce: è Nino Visconti di Pisa e signore di Gallura, suo amico. I due si salutano con affetto.
Nino non si è ancora accorto che Dante è vivo, per cui gli chiede quando è arrivato in Purgatorio attraversando le acque dell’oceano.
Il poeta risponde di essere arrivato lì attraverso l’Inferno e di essere ancora vivo, suscitando stupore e smarrimento in Nino e Sordello.
Mentre Sordello si rivolge a Virgilio, Nino Visconti chiama Corrado Malaspina, signore della Lunigiana, perché veda quale miracolo è stato compiuto da Dio.
Poi Nino chiede a Dante di dire a sua figlia Giovanna di pregare per lui e abbreviare così la sua permanenza in Purgatorio, dal momento che la madre di lei, vedova di Nino, è ben presto passata ad altre nozze, dimostrando quanto è volubile l’amore delle donne, se non alimentato dal piacere sensuale (si tratta di un luogo comune presente già nella letteratura classica e poi nella tradizione cristiana). Ma quando sarà morta lo stemma dei Visconti di Milano, posto sulla sua sepoltura, non l’adornerà così come avrebbe fatto quello dei Visconti di Gallura.
La moglie di Nino Visconti era Beatrice d’Este. Dopo la morte del marito si risposò con Galeazzo Visconti, signore di Milano. Quando Beatrice morì nel 1334, sulla sua tomba furono collocate entrambe le insegne, la vipera e il gallo.
Ma – commenta giustamente risentito Nino Visconti – essa dovrà rimpiangere queste nozze con Galeazzo Visconti, che presto sarà esiliato (e lei fu costretta a vivere in condizioni misere).
Purgatorio Canto 8: Le tre stelle (vv. 85-93)
Lo sguardo di Dante è attratto da tre stelle comparse al calar della notte. Hanno preso il posto delle quattro stelle avvistate dalla spiaggia la mattina. Se le prime rappresentavano le quattro virtù cardinali (temperanza, fortezza, giustizia, prudenza), queste sono le tre virtù teologali (fede, speranza, carità).
Canto 8 Purgatorio: Il serpente messo in fuga dagli angeli (vv. 94-108)
Mentre Virgilio sta dando questa piegazione, Sordello lo attira a sé e gli indica l’improvviso arrivo di un serpente. Esso è simile al serpente biblico che indusse Eva a cogliere il frutto proibito dell’albero della conoscenza, causando la cacciata dal Paradiso terrestre e la rovina dell’umanità.
Con grande rapidità intervengono gli angeli che, messa in fuga la serpe, volano via.
Purgatorio Canto 8: Corrado Malaspina (vv. 109-139)
Nel frattempo è arrivato Corrado Malaspina, richiamato da Nino Visconti.
Dopo aver augurato a Dante di giungere alla fine del suo viaggio ultraterreno (in Paradiso), gli chiede notizie del suo casato. Dante risponde lodandone la generosità e il valore in guerra. Corrado lo interrompe annunciandogli che di lì a meno di sette anni il suo giudizio sul casato sarà riconfermato dall’esperienza diretta. Egli allude all’esilio del poeta, nel corso del quale verrà accolto generosamente proprio dai Malaspina in Lunigiana.