Cicerone poeta: riassunto delle opere poetiche di Cicerone della fase alessandrina e della fase epico-storica.
Cicerone fin dagli anni giovanili dimostrò un forte interesse per la poesia. Tra l’89 e l’86 a.C. tradusse i Fenomeni di Arato (vv. 1-732). Nel 60 a.C. tradusse la seconda parte dell’opera (vv. 733-1154) con il titolo Prognostica.
Cicerone poeta: la fase alessandrina
In gioventù, affascinato dalla poesia alessandrina, Cicerone compose:
- il poemetto Glaucus, tra il 93 e il 92 a.C., di argomento mitologico. Cantava il mito del pastore Glauco trasformato in dio marino dopo aver gustato un’erba prodigiosa;
- l’epillio Alcyones;
- Uxorius. Non se ne conosce né il contenuto né la tipologia. Ma il titolo ha fatto avanzare diverse ipotesi circa il genere letterario di appartenenza. Si è parlato di mimo, di commedia, di satira.
- Nilus. Anche di quest’opera se ne conosce solo il titolo;
- Thalia maesta. Cicerone canta la figura della ninfa siciliana Talia amata da Zeus. Il dio pur di averla si tramutò in avvoltoio e per sfuggire alla gelosa Giunone andò a nascondersi nelle profondità della terra;
- una raccolta di Epigrammi, dai toni tra lo scherzoso e il satirico;
- Limon. Di quest’opera Svetonio ha tramandato quattro esametri, in cui Cicerone esprime un suo giudizio su Terenzio. Questo indurrebbe a ritenere che Limon fosse una raccolta di giudizi letterari e vari interventi di Cicerone su problemi culturali e letterari.
Cicerone poeta: fase epico-storica
Verso il 60 a.C., Cicerone compose il poemetto De consulatu suo, per celebrare le imprese del 63 a.C., quando da console represse la congiura di Catilina.
Nel 54 a.C. compose un’altra opera in versi, in tre libri, autocelebrativa della propria attività politica, De temporibus suis.
Infine, si è a conoscenza del poemetto epico-storico Marius, in esametri, in cui Cicerone narra le vicende del suo concittadino Gaio Mario. Del poema sono pervenuti scarsi frammenti.