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Avere voce in capitolo… perché si dice?

Avere voce in capitolo” sai perché si dice?

Innanzitutto si deve precisare che “il capitolo” chiamato in causa non è quello di un libro, ma è l’assemblea dei monaci di un convento.

Un tempo, infatti, i monaci erano soliti riunirsi ogni giorno in capitolo per leggere ad alta voce alcuni passi della Regola, cioè l’insieme di leggi formulate dal fondatore dell’ordine, che i membri della congregazione dovevano osservare scrupolosamente.

In seguito, però, essi utilizzarono quegli incontri non solo per leggere la Regola, ma anche per discutere di questioni riguardanti la comunità.

Così, essendo gli affari da trattare sempre più importanti e ufficiali, le assemblee diventarono talmente solenni che diventò indispensabile limitare il numero di quanti avevano il diritto di prendervi la parola.

Si discusse a lungo per stabilire chi fosse degno di ricevere un simile privilegio e infine si decise che potessero parlare solo i personaggi eminenti.

E anche oggi chi ha voce in capitolo o è una persona tanto competente da potersi pronunciare su questioni importanti o è tanto autorevole da poter persino prendere delle decisioni a nome di altri.

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