Il Patto di Londra fu siglato il 26 aprile 1915 tra l’Italia e i governi della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia).
Questo accordo prevedeva: l’immediato ingresso dell’Italia in guerra (la Prima guerra mondiale); in caso di vittoria della Triplice Intesa, la sua conquista di Trentino, Sud Tirolo, Venezia Giulia, Istria, Dalmazia, una serie di isole adriatiche e il controllo del Dodecaneso. Si riconobbe inoltre la sovranità italiana sulla Libia.
Con il Patto di Londra si delineò la fine della Triplice Alleanza, mentre si ridefinirono i confini della Triplice Intesa.
Al termine della Prima guerra mondiale, tuttavia, la Conferenza di pace di Parigi non riconobbe all’Italia tutti i compensi territoriali.
L’Italia, allora, ritenendo insoddisfatte le proprie rivendicazioni, malgrado l’allargamento territoriale prospettato (Trento e Trieste, Bolzano e il Tirolo meridionale, Zara e l’Istria, ma non Fiume e la Dalmazia), abbandonò i lavori della Conferenza.
Si alimentò così il mito della “vittoria mutilata“, che portò D’annunzio all’occupazione di Fiume (1919-1920).