La battaglia di Maratona fu combattuta il 12 settembre del 490 a.C. nell’ambito della Prima guerra persiana.
La battaglia prende il nome dal luogo in cui si svolse: una piccola piana affacciata sul mare a circa 40 chilometri da Atene.
Nella battaglia di Maratona, l’esercito greco, nonostante l’inferiorità numerica, riportò una strepitosa vittoria contro l’esercito persiano.
I soldati del re persiano Dario I, capitanati da Artaserse, erano infatti più numerosi ma combattevano in ordine sparso; invece la forza della falange oplitica consisteva nell’attacco frontale al nemico, per scompaginarne le file e costringerlo alla ritirata.
I Persiani persero oltre 6000 uomini a fronte dei 192 caduti ateniesi.
I Persiani superstiti si reimbarcarono sulle loro navi diretti ad Atene, per attaccarla. L’ateniese Milziade riportò a marce forzate l’esercito davanti alla città. Trovandosi nuovamente di fronte gli opliti di Maratona, i Persiani decisero di ritirarsi.
Fidippide e la battaglia di Maratona
Secondo la tradizione, l’ateniese Milziade, dopo la vittoria sui Persiani nella battaglia di Maratona, incaricò Fidippide, un emerodromo (“colui che corre per un giorno intero“, ovvero un messaggero addestrato a percorrere lunghe distanze in breve tempo), di recare la buona notizia ad Atene. Il pericolo era che la città, non sapendo dell’esito della battaglia e pensando di essere senza esercito, una volta giunti i Persiani, si sarebbe arresa, o peggio i cittadini le avrebbe dato fuoco per non lasciare che il nemico la saccheggiasse.
La distanza tra le città di Maratona e Atene è di circa 42 chilometri.
Fidippide percorse l’intero tragitto di corsa senza mai fermarsi. Dopo aver gridato l’annuncio della vittoria di Atene sui Persiani, crollò al suolo morto, stremato dallo sforzo.
Da questa mitica figura sembra abbia preso il nome la gara di corsa chiamata appunto maratona.