Il diluvio universale nella tradizione biblica parla della collera divina causata dalla perversità e malvagità umana; della decisione di inviare sulla Terra un’inondazione sterminatrice; dell’ordine dato a Noè, uomo pio, di costruire un’arca e di rifurgiarvisi con la sua famiglia e con esemplari di tutti gli animali.
Noè e il diluvio universale
Tutti gli uomini della Terra erano corrotti e malvagi agli occhi del Signore; decise quindi di eliminarli tutti, tranne Noè, uomo retto e pio, e la sua famiglia.
Dio ordinò a Noè e alla sua famiglia di costruire una grande arca. Noè realizzò una nave a tre piani; dentro fece delle stanze per sé e i suoi familiari, per gli animali e il cibo necessario alla sopravvivenza di tutti.
Quando «tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono», Noè fece entrare nell’arca tutta la sua famiglia e una coppia di animali per ogni specie.
Il Diluvio durò quaranta giorni e le acque coprirono tutta la Terra. Solo l’arca galleggiava sulle acque, così come il Signore aveva annunciato.
Quando le acque si ritirarono, l’arca si posò sulla cima del monte Ararat. Noè inviò fuori dall’arca dapprima un corvo, che non tornò, poi una colomba. Questa tornò recando nel becco un ramoscello d’olivo, il segno della fine del Diluvio.
Dopo la fine del Diluvio, le acque si ritirarono. Noè allora uscì dall’arca con la sua famiglia e con gli animali; innalzò un altare per offrire un sacrificio di ringraziamento a Dio.
Il Signore gradì il sacrificio di Noè e promise che, sebbene l’uomo sia malvagio, non avrebbe mai più rivolto la sua collera verso la creazione.
Cessato il diluvio allora il mondo si ripopolò.
Un analogo racconto lo si ritrova nell’ambito dell’epopea di Gilgamesh, Il diluvio babilonese, e nel mito greco Deucalione e Pirra.