Paolo e Francesca sono i protagonisti del Canto V dell’Inferno, posti tra i lussuriosi del II cerchio. Sono realmente esistiti e debbono la loro fama a Dante Alighieri.
Paolo e Francesca storia
Le fonti dicono che Francesca era figlia del signore di Ravenna, Guido il Vecchio da Polenta. Nel 1275 Francesca da Polenta sposò Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, uomo deforme e zoppo. Si trattò di un matrimonio politico, il cui scopo era suggellare la pace fra le due famiglie, che erano state nemiche a lungo.
Francesca s’innamorò, ricambiata, di Paolo, fratello di Gianciotto. Questi li sorprese e li uccise. L’omicidio ebbe luogo fra il 1283 e il 1285. La notizia circolò a Firenze, perché in quella città Paolo era stato capitano del popolo nel 1282.
La storia amorosa dei due sfortunati amanti ci viene tramandata dal solo Dante, che ne è a tutti gli effetti il creatore. Tuttavia, sui due infelici amanti, altre leggende si diffusero a partire dalla fama che diede loro la Commedia. Così Giovanni Boccaccio narra che Francesca fu tratta in inganno, poiché le era stato promesso che avrebbe sposato Paolo, giovane e bello, anziché Gianciotto, più vecchio e sciancato (“ciotto” significa infatti “zoppo”). Dante, comunque, nel racconto per bocca di Francesca, provvede a smentire tale leggenda senza alcun fondamento.
Paolo e Francesca nella Divina Commedia
Al centro del V canto dell’Inferno si pone l’incontro di Dante e Virgilio con Paolo e Francesca. È uno dei passi più celebri della Commedia.
Sono gli unici dannati lussuriosi a procedere in coppia e, quando questi si avvicinano, Dante li interroga sulla loro sorte.
A parlargli è Francesca da Rimini, figlia del signore di Ravenna. Di lei si innamorò il cognato Paolo: il marito, Gianciotto, li sorprese e li uccise a tradimento.
In che modo nacque l’amore tra Paolo e Francesca?
Di fronte alla pena e alla nobiltà di Francesca, Dante è preso da un profondo dolore e le chiede come si sia resa conto di essersi innamorata. Un giorno, essi leggevano il romanzo di Lancillotto e Ginevra. Erano soli e la vicenda di quell’amore illecito (Ginevra era la sposa di Artù, signore di Lancillotto) li turbava. Esitavano, ma quando lessero del bacio che i due amanti si scambiarono, cedettero.
La pietà di Dante per i due spiriti, condotti alla morte e dannati per amore, è così alta che egli sviene.