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Il colonialismo e l’imperialismo

Il colonialismo e l’imperialismo identificano due periodi storici differenti ma consecutivi.

Il colonialismo

La storia del colonialismo inizia con la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492. Tra il XVI e il XVII secolo spagnoli e portoghesi e poi inglesi e francesi colonizzano il continente americano.

Questi Paesi traggono dalle colonie materie prime e prodotti agricoli sfruttando manodopera a basso costo o gli schiavi razziati in Africa. Al tempo stesso nelle colonie sono esportati i prodotti delle fabbriche europee.

Il colonialismo permette quindi agli Stati europei di arricchirsi enormemente. La Gran Bretagna, dalla fine del Seicento agli inizi del Novecento, si afferma come la maggiore potenza mondiale. Ciò si realizza anche per via dello sviluppo in Inghilterra, intorno alla metà del Settecento, della Rivoluzione industriale e di un nuovo sistema di produzione, incentrato sulla fabbrica.

L’imperialismo

A partire dal 1870 il colonialismo assume un carattere nuovo, più aggressivo, e la competizione fra i Paesi diventa più accanita che nel passato.

Questa nuova fase è chiamata imperialismo, perché ogni grande potenza vuole creare un proprio “impero coloniale”. L’età dell’imperailismo va dal 1870 al 1914, anno d’inizio della Prima guerra mondiale.

L’imperialismo assume caratteristiche proprie che lo differenziano dal colonialismo precedente:

  • coinvolge il mondo intero;
  • è basato sulla conquista militare e la sottomissione politica ed economica;
  • punta al dominio di intere regioni.

Protagonisti dell’imperialismo sono prima la Gran Bretagna e la Francia e successivamente anche il Belgio, la Russia, la Germania e l’Italia. Alle potenze europee si aggiungono gli Stati Uniti d’America e il Giappone.

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