La scoperta dell’America ad opera di Cristoforo Colombo risale al 12 ottobre 1492. Per gli storici questa è la data in cui finisce il Medioevo e inizia l’Età moderna.
Facciamo una precisazione: l’America esisteva già prima della “scoperta” di Colombo. A Colombo va il merito di aver portato l’esistenza dell’America sotto gli occhi di re, soldati, scienziati e gente comune di tutta Europa.
Per un approfondimento leggi: L’America prima e dopo Colombo
Il progetto di Cristoforo Colombo
Cristoforo Colombo ha un grande progetto: attraversare l’Atlantico per raggiungere le Indie.
A suggerirgli il progetto ci sono le sue frequenti navigazioni fra il continente e Madera; le carte e i documenti ereditati dal suocero (navigatore e commerciante); i racconti di navigatori; infine, la lettura di testi geografici e Il Milione di Marco Polo.
Fra il 1484 e il 1485 espone questo suo progetto, senza nulla concludere, al re del Portogallo Giovanni II. Cristoforo Colombo è convinto che la circonferenza terrestre sia di un quarto minore di quella effettiva, perciò l’impresa gli sembra più facile di quanto non sia in realtà.
Cristoforo Colombo realizza il progetto
L’anno seguente (1486) si reca in Spagna e sottopone il suo progetto al re Ferdinando, a sua moglie Isabella e ai loro consiglieri. Il progetto è però bocciato.
Durante un viaggio a Lisbona, Colombo ha notizie di un progetto analogo al suo presentato al re del Portogallo dal cosmografo fiorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli. Riprende quindi le trattative con la corona di Spagna e questa volta riesce a concludere.
Cristoforo Colombo scopre l’America
Il 3 ottobre 1492 Colombo parte da Palos in Spagna con tre caravelle (Nina, Pinta e Santa Maria) e un equipaggio di 120 uomini.
Dopo tre mesi di navigazione, il 12 ottobre 1492 sbarca su un’isola delle attuali Bahamas. Egli è però convinto di essere arrivato in India e battezza l’isola con il nome di San Salvador (oggi Watling).
Prosegue la navigazione e scopre prima Cuba e poi Haiti, da lui denominata Hispaniola.
A metà gennaio 1493 inizia il viaggio di ritorno e, passando per le Azzorre, il 15 marzo 1493 giunge a Palos, accolto trionfalmente.
Convince la corona spagnola a concedergli altre navi e uomini, così da esplorare nuove terre e riportare in Europa grandi ricchezze.
Seguiranno così altre tre viaggi ma non riuscirà mai a trovare le ricchezze sperate. Morirà dimenticato da tutti il 20 maggio 1506, a Valladolid.
Dal 1899 le sue spoglie riposano nella Cattedrale di Siviglia.
Cosa accadde dopo la scoperta dell’America
Dopo la scoperta dell’America, dalla Spagna e dal Portogallo partirono i conquistadores.
All’arrivo dei conquistadores, gli indios presenti nell’America centrale e meridionale erano milioni. Tra le più importanti civiltà ricordiamo i Maya, gli Incas e gli Aztechi. Ma ben presto furono decimati a causa dei lavori forzati in miniera e nelle piantagioni e dalle malattie che l’uomo bianco trasmetteva loro, contro le quali essi non possedevano difese immunitarie.
Nei domini spagnoli le popolazioni locali si ridussero di circa il 90% già nella prima metà del XVI secolo. Fu un vero e proprio genocidio.
Per supplire alla scarsità di manodopera locale, si fece allora ricorso al commercio degli schiavi, deportati in massa dall’Africa centro-occidentale. Fu così organizzata la drammatica tratta degli schiavi, che coinvolse milioni di uomini, donne e bambini.
La conquista di nuove terre diede inizio al colonialismo. I traffici si spostarono dal Mediterraneo verso l’Oceano Atlantico. Giunsero in Europa nuovi prodotti come il mais, la patata, il cacao, il pomodoro e il tabacco.