I diritti dell’infanzia sono riconosciuti a livello internazionale a tutti coloro che hanno da 0 a 18 anni. A questo risultato si è giunti dopo un lungo percorso.
Dichiarazione dei diritti del bambino o Dichiarazione di Ginevra del 1924
Nel 1924 la Società delle Nazioni approva la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, anche nota come Dichiarazione di Ginevra. Essa sanciva il diritto dei bambini a:
- un sano sviluppo fisico e mentale;
- essere accuditi e curati;
- essere aiutati se orfani.
Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1959
Il 20 novembre 1959 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approva la Dichiarazione dei diritti del fanciullo.
I 10 principi che la compongono proclamano il diritto del bambino a:
- crescere e a svilupparsi in modo sano;
- non subire discriminazioni di alcun tipo;
- vivere in un’atmosfera d’affetto e di sicurezza materiale e morale;
- ricevere assistenza e protezione dallo Stato di appartenenza e a cure speciali in caso di handicap fisico o mentale.
Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989
I principi stabiliti nella Dichiarazione del 1989 sono ripresi e ampliati trent’anni dopo dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.
L’importanza della Convenzione sta nell’essere il primo vero trattato a stabilire diritti universalmente riconosciuti ai minori.
A differenza delle dichiarazioni, infatti, che sono enunciazioni di principi, le convenzioni vincolano giuridicamente gli Stati firmatari al rispetto delle norme in esse stabilite.
L’Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n. 176 del 27 maggio 1991. Ad oggi aderiscono alla Convenzione 194 Stati. L’ultimo Paese ad aver ratificato la Convenzione è stato la Somalia. Gli Stati Uniti non vi hanno aderito.
La Convenzione comprende un Preambolo, che introduce e spiega i motivi per cui è stata stesa la Convenzione, e 54 articoli.
Quali sono i diritti dei bambini
I 54 articoli della Convenzione garantiscono:
- l’uguaglianza (articolo 2);
- la protezione, il benessere, il diritto alla vita e a una crescita dignitosa (articoli 3-6 e 27);
- un legame stabile e garantito con la propria famiglia (articoli 7-11);
- il diritto alla libertà, al rispetto e all’espressione del proprio pensiero (articoli 12-16);
- diritto ad avere qualcuno che si prenda cura di loro (articoli 18-22);
- il diritto alla salute e a una vita dignitosa anche quando si è svantaggiati fisicamente (articoli 23-26);
- il diritto all’istruzione (articoli 28 e 29);
- diritto al gioco e alla protezione da ogni forma di sfruttamento e violenza, anche in caso di situazioni di guerra (31-39);
- il diritto a rispondere di fronte alla legge dei propri reati, ma in una misura che garantisca la loro dignità.
Comitato ONU sui diritti dell’infanzia
Tutti gli Stati firmatari della Convenzione devono redigere periodicamente un rapporto che indichi in maniera dettagliata le misure adottate per migliorare le condizioni di vita dei minori, i progressi realizzati e i limiti ancora esistenti.
Tali rapporti sono sottoposti al Comitato ONU sui diritti dell infanzia. È composto da 18 esperti in materia, scelti dagli Stati aderenti alla Convenzione in rappresentanza di tutte le aree geografiche del pianeta; agiscono a titolo personale e non come esponenti dei Paesi da cui provengono.
Il Comitato esamina le relazioni presentate dagli Stati e fornisce loro osservazioni, suggerimenti ed eventuali rimproveri.
L’ONU protegge i diritti dell’infanzia
A protezione dei diritti dell’infanzia l’ONU agisce tramite alcune sue agenzie:
- l’UNICEF (il Fondo internazionale di emergenza delle Nazioni Unite per l’infanzia) fondata nel 1946 per aiutare le piccole vittime della seconda guerra mondiale. Si prende cura della salute dei bambini e del loro diritto ad avere una famiglia e condizioni di crescita e sviluppo adeguate.
- la FAO (l’agenzia che si occupa di alimentazione e agricoltura);
- l’UNHCR (l’Alto commissariato per i rifugiati);
- l’UNESCO (l’Organizzazione educativa, scientifica e culturale dell’ONU, che lotta anche contro l’anafalbetismo).
Tutte svolgono il loro compito a favore delle popolazioni in difficoltà, ma segnalano con particolare urgenza le situazioni che danneggiano i minori.
Oltre a questi enti ufficiali, ci sono oggi numerose Organizzazioni non governative (Ong).