Il fascio littorio è il simbolo da cui il fascismo prende il nome. Si tratta di un’insegna di origine etrusca, adottata poi nell’antica Roma.
Il fascio littorio in età romana
Si trattava di un fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio intorno a una scure: rappresentava il potere dei consoli. Era quindi il simbolo del comando.
A portare i fasci in spalla erano i littori, cioè dei legionari incaricati di scortare i consoli. Allora avevano uno scopo pratico: in presenza di un colpevole, infatti, i fasci erano slegati e le verghe utilizzate per frustare il colpevole; con la scure, se occoreva, lo si decapitava.
Fascio littorio: simbolo fascista
Nel dicembre del 1925, fu collocato su tutti gli edifici ministeriali e tutti gli uffici governativi.
Il 12 dicembre 1926 fu dichiarato simbolo dello Stato e se ne vietò l’uso senza una speciale autorizzazione delle autorità del governo o del partito.
Il 27 marzo 1927, un decreto stabilì che fosse collocato nello stemma dello Stato italiano e, infine, l’11 aprile 1929, due fasci littori sostituirono i leoni di sostegno allo scudo dei Savoia.
All’inizio degli anni Trenta, circondato da due rami di quercia e di alloro, il fascio littorio fu inserito negli stemmi dei comuni e degli altri enti locali: da allora comparve ovunque, anche sulle monete.