Francia, 4 agosto 1789 – L’Assemblea Nazionale Costituente dichiara la fine del sistema feudale.
Dopo la presa della Bastiglia (14 luglio 1789) nelle campagne francesi, un mondo rurale già in tensione per la difficile situazione economica, si diffusero false voci su eserciti invasori e briganti in procinto di devastare la Francia. Di villaggio in villaggio dilagò la rabbia, mista a panico, e centinaia di migliaia di contadini, richiamati dal suono delle campane a martello, si lanciarono contro questi nemici-fantasma e, non trovando nessuno, assaltarono monasteri e castelli, uccisero preti e aristocratici e bruciarono i documenti di proprietà che permettevano ai signori di esigere affitti e corvées (giornate di lavoro gratuito da parte del contadino).
Il 3 agosto queste notizie arrivarono a Parigi: gli aristocratici, impauriti, si dichiararono pronti a rinunciare ai loro diritti signorili; li seguirono il clero, la nobiltà di toga e tutti gli altri titolari di privilegi.
L’Assemblea, nella notte del 4 agosto 1789, su proposta del visconte di Noailles, del duca d’Aiguillon e di molti altri membri della nobiltà, votò all’unanimità l’abolizione del sistema feudale.
Nei giorni seguenti questa decisione fu tradotta in decreti che sopprimevano tutti i privilegi giuridici e fiscali, la venalità delle cariche e la decima ecclesiastica. Per i diritti feudali fu stabilito che quelli gravanti sulle persone (come le corvées) erano interamente aboliti, mentre i diritti sulle terre, considerati una forma di proprietà, dovevano essere riscattati.
In realtà i contadini si considerarono da allora interamente liberi, non pagarono alcun indennizzo e, nella stragrande maggioranza, si legarono indissolubilmente al nuovo regime.