I Curdi sono un’antica popolazione iranica, di religione musulmana sunnita, insediata nel Kurdistan. Il Kurdistan è una regione montagnosa fra la Turchia, l’Iran, l’Iraq, la Siria e l’Armenia.
La loro organizzazione sociale è di tipo tribale basata tradizionalmente sulla pastorizia nomade. Parlano una lingua neoiranica, che si articola in una moltitudine di dialetti non scritti.
Il loro numero complessivo è stimato in circa 20 milioni di individui, la maggior parte dei quali vive in Turchia.
Il Kurdistan non è uno Stato. Avrebbe dovuto diventarlo nel 1919, alla fine della Prima guerra mondiale. I Trattati di pace allora firmati però non furono riconosciuti da Kemal Atatürk, nuovo presidente della Repubblica turca.
Da allora il territorio curdo è diviso fra la Turchia, la Siria, l’Armenia, l’Iraq e l’Iran. I Curdi furono obbligati a varie emigrazioni di massa e tutti i loro tentativi di ottenere l’autonomia furono repressi.
Nell’area irachena del Kurdistan, tuttavia, è in vigore una tacita autonomia dopo la fine (2003) del regime del dittatore Saddam Hussein.
Saddam Hussein e il genocidio dei curdi
Sotto il regime di Saddam, la minoranza curda è stata vittima di violente e sistematiche rappressaglie militari, durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988).
Il conflitto tra i Curdi, che richiedono l’indipendenza del Kurdistan, e il governo sfociò in una vera e propria guerra civile.
Con la caduta di Saddam Hussein e la promulgazione della nuova costituzione (15 ottobre 2005), che ha sancito la nascita del governo federale dell’Iraq, i Curdi hanno ottenuto una certa autonomia dal governo centrale di Baghdad.
Il Kurdistan è una delle aree al mondo più ricche di petrolio, e questo è uno dei principali motivi per cui il governo iracheno è sempre ostile all’ipotesi della nascita di uno Stato curdo indipendente.