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Storia del pane: quando e come nasce

La storia del pane è lunga millenni perché è alla base dell’alimentazione degli esseri umani da migliaia di anni.

Chi ha inventato il pane

Gli Egizi sono considerati i primi veri panettieri. A loro infatti si fa risalire la scoperta del lievito e le prime forme di lievitazione del pane.

Una leggenda narra che una schiava egizia, per caso, dimenticò la pasta destinata alla preparazione di alcune focacce. Dei lieviti presenti nell’aria si posarono spontaneamente sulla pasta e la fecero gonfiare. La schiava, non avendo più tempo per preparare un’altra pasta per il suo padrone, la fece cuocere così com’era e il risultato fu un buonissimo e soffice pane.

Gli Egizi capirono poi che, aggiungendo una piccola quantità di pasta già lievitata a quella che ancora non lo era, si poteva ottenere un pane più leggero.

Grazie a questa scoperta il pane diventò molto più gustoso e digeribile e il suo conumo si diffuse rapidamente tanto da diventare una preziosa merce di scambio.

Sempre gli Egizi nel 3000 a.C. costruirono inoltre i primi forni di cottura per il pane. Più tardi essi trasmisero i segreti della panificazione agli Ebrei, ai Greci e ai Romani.

Storia del pane presso i Greci

I Greci perfezionarono l’impasto dando vita a diversi tipi di pane. Quello più diffuso era la maza, una galletta di farina d’orzo consumata soprattutto dai meno abbienti. Il pane di farina di frumento, più pregiato, era riservato ai giorni di festa.

Per Ippocrate, dottore greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C., considerato il fondatore della medicina, il pane migliore era l’obelites, cotto allo spiedo.

Numerosi erano anche i pani cerimoniali offerti sugli altari alle varie divinità. C’erano poi anche dei pani speciali, preparati per varie ricorrenze, come il gamelio, impastato con miele e sesamo per il banchetto nuziale; o il koliva di semi e frutta secca impastato con miele e consumato nei funerali.

Storia del pane: i Romani

Ai Romani invece si deve il termine cereale, derivato da Cerere, dea dell’agricoltura, e il termine farina derivato dalle abbondanti coltivazioni di farro.

I Romani utilizzavano il farro per preparare focacce salate. Poi, dopo aver conquistato i Greci, scoprirono il pane di frumento lievitato.

Durante l’epoca imperiale, a Roma, il pane era considerato l’alimento base per gran parte della popolazione e doveva essere assicurato a tutti.

Dopo la caduta dell’impero a opera delle invasioni barbariche, il consumo del pane rallentò perché i campi saccheggiati dai barbari non producevano raccolti sufficienti a sfamare la popolazione.

Storia del pane: il Medioevo

L’attività di panettiere però non si interruppe mai grazie ai monasteri dove si continuò a coltivare i cereali e a produrre pane.

Storia del pane: il Rinascimento

La vera rivoluzione del pane si ebbe nel Rinascimento, quando per far lievitare l’impasto si aggiunse il lievito di birra, così chiamato perché è un residuo della produzione della birra, ma si può trovare anche sulla buccia di alcuni frutti.

Grazie a questa scoperta e al gran consumo che ne derivò, i fornai inventarono molti tipi di pane: all’olio, al burro, alle erbe, alle olive…

Il pane è sempre stato così importante che in alcuni periodi sono state fatte delle rivolte popolari per assicurarlo a tutti i cittadini, ricchi e poveri.

Il pane oggi

Oggi è ancora un alimento importante, se ne produce di tanti tipi e con farine diverse per andare incontro ai diversi gusti, anche se il crescere di allergie e intolleranze al glutine (sostanza presente in tutti i cereali) ne ha fatto diminuire un po’ il consumo.

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