Andreuccio da Perugia riassunto di una delle più celebri novelle del Decameron di Boccaccio.
Novella Andreuccio da Perugia riassunto dettagliato
Andreuccio da Perugia è un giovane ingenuo, mercante di cavalli, che da Perugia si reca a Napoli per acquistare cavalli al mercato locale.
Mentre è al mercato, più volte mette in mostra la sua borsa piena di denari. Anche la bella Fiordaliso, giovane prostituta, si accorge di tutto quel denaro mal custodito e decide di entrarne in possesso.
Con la giovane c’è un’anziana donna, che, non appena vede Andreuccio da Perugia, gli si avvicina e lo saluta calorosamente. In passato aveva infatti lavorato in casa del giovane e della sua famiglia.
Per Fiordaliso è davvero un colpo di fortuna! Raccoglie dalla vecchia domestica più informazioni che può sul giovane e la sua famiglia. Poi, manda una giovane serva all’albergo in cui alloggia Andreuccio perché lo inviti ad andare da lei.
Il ragazzo non si fa pregare, convinto che nessuna bella ragazza possa resistergli. Giunto a casa di Fiordaliso, questa gli va subito incontro, lo abbraccia con tenerezza come se già lo conoscesse. Gli rivela di essere sua sorella, nata da una relazione del loro padre Pietro con la madre, una ricca nobildonna. Grazie alle informazioni ricevute dalla vecchia, può raccontargli così tanti particolari sulla sua famiglia, che il giovane non ha motivo di dubitare che lei stia mentendo.
Dopo la cena e la lunga conversazione, la «falsa sorella» lo invita a restare a dormire da lei, perché si è fatto tardi e le vie di Napoli non sono sicure di notte.
Prima di coricarsi a letto, Andreuccio va al gabinetto, mette il piede su una tavola disconnessa e cade sulla via sottostante, sopra un cumulo di escrementi. La donna nel frattempo si era recata nella camera da letto e rubato i denari del giovane.
Andreuccio intanto comincia a gridare fuori dall’uscio della casa perché gli aprano; sveglia così l’intero vicinato, seccato da tutto quel trambusto. Nessuno si presenta però ad aprirgli la porta; Andreuccio capisce allora di essere stato raggirato e per paura di essere malmenato si allontana.
Non vuole però tornare in albergo con quella puzza addosso, decide quindi di recarsi in riva al mare per fare un bagno. Lungo il percorso, incontra due ladri. Essi, dopo aver ascoltato la sua storia, gli propongono di unirsi a loro per un furto alla tomba di un vescovo morto quel giorno: potrà così recuperare il denaro perso. Prima però lo accompagnano a un pozzo vicino, perché possa lavarsi.
Arrivati al pozzo, lo legano e lo calano dentro, ma poi vedono avvicinarsi delle guardie e scappano via. Le guardie, volendo dissetarsi, tirano la corda e vedendo emergere Andreuccio, spaventate, scappano.
Ritrovati casualmente i due ladri, Andreuccio si reca con loro nella cattedrale per compiere il furto. I due uomini costringono il giovane a calarsi nella tomba del vescovo. Andreuccio, che non si fida dei due furfanti, decide di tenere per sé l’anello con il rubino che sottrae al vescovo e passa ai suoi compari gli altri oggetti di minor valore. I due malfattori intuiscono che il giovane li sta ingannando, così, raccolta la refurtiva, richiudono la tomba prima che Andreuccio esca, e vanno via.
Andreuccio è disperato, ma fortuna vuole che quella sera altre persone abbiano deciso di andare a rubare nella tomba del vescovo: tra essi c’è anche un prete. Ed è proprio il prete a calarsi per primo nella tomba. Andreuccio lo tira per una gamba, spaventando lui e i suoi complici. Il prete e i suoi complici scappano senza richiudere la copertura della tomba e così anche il giovane può fuggire e mettersi in salvo.
Ritornato in albergo, racconta la sua disavventura all’oste. L’oste gli consiglia di far subito ritorno nella sua Perugia, senza cavalli ma con al dito l’anello del vescovo che vale molto più dei soldi che ha perso.
Andreuccio da Perugia commento
In questa novella Boccaccio mostra come nello spazio di una notte un ragazzo ingenuo possa trasformarsi in un uomo astuto, capace di tirarsi fuori dai guai grazie alla prontezza delle proprie trovate. La novella è un inno all’intelligenza e alla vivacità della mente umana.