L’homo erectus, ovvero l’uomo che cammina eretto, comparve in Africa, 1 milione e mezzo di anni fa.
Perché si chiama così?
È chiamato Uomo eretto (Homo erectus) perché era in grado di muoversi utilizzando i soli arti inferiori. Aveva quindi conquistato la cosiddetta stazione eretta, cioè la capacità di stare in piedi.
Quali sono le caratteristiche dell’Homo erectus?
Era più alto del suo antenato, l’homo habilis, e aveva un cranio più grande capace di contenere un cervello più grosso e sviluppato.
Era nomade, cioè si spostava in continuazione soprattutto per seguire gli animali; viveva in gruppi abbastanza numerosi e ciò favorì lo sviluppo di una forma primitiva di linguaggio.
Si riparava in caverne o capanne costruite con pali di legno e rami di albero; cacciava in gruppo per procurarsi il cibo.
Sapeva produrre attrezzi sempre più elaborati (raschiatoi, coltelli e asce), scheggiando le pietre e rendendole così taglienti da tutti e due i lati. L’attrezzo più importante era l’amigdala, una specie di ascia di pietra scolpita a forma di grossa mandorla. La usava per scavare la terra ed estrarre tuberi e radici commestibili, ma anche per incidere e tagliare la carne, e per spezzare le ossa degli animali che cacciava e di cui si nutriva.
Usava le pelli e le pellicce degli animali per coprirsi e le loro ossa per costruire piccoli utensili e arnesi.
L’homo erectus si nutriva non solo grazie alla caccia, ma anche alla pesca, alla raccolta di frutti, bacche e altri vegetali che nascevano spontaneamente.
L’Homo erectus e la scoperta del fuoco
Sapeva utilizzare il fuoco che imparò a tenere acceso e poi ad accendere egli stesso. La scoperta del fuoco permise di cuocere il cibo, scaldarsi, illuminare le caverne e proteggersi dagli animali feroci.
Grazie all’uso del fuoco poté inoltre spostarsi in ambienti anche più freddi ed esplorare nuovi territori spingendosi dall’Africa in Asia e in Europa.