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Pitture rupestri, le prime forme d’arte

Le pitture rupestri, così come i graffiti, sulle pareti delle caverne, rappresentano perlopiù situazioni di caccia.

Gli animali delle pitture rupestri

Gli animali rappresentati sono l’uro, il cavallo, il bisonte, il cervo, il mammut.

Le figure sono sempre di profilo. Gli animali sono isolati o riuniti in gruppo, con dimensioni e orientamenti diversi. Lo sfondo è sempre neutro, il paesaggio è assente.

Spesso si sfruttavano le imperfezioni della parete, come sporgenze e fessure, per dare una forma più verosimile alle figure.

Alcuni animali hanno parti mancanti: non hanno il muso, oppure non sono indicati gli occhi. Gli studiosi sostengono che queste rappresentazioni siano state realizzate appositamente, per lasciare l’animale indifeso di fronte alla futura cattura, perché privato dell’olfatto o della vista, sensi essenziali per sfuggire al cacciatore.

Queste testimonianze artistiche risalgono a 30 mila/40 mila anni fa.

Come dipingevano gli artisti preistorici?

Per dipingere l’uomo usava colori naturali ricavati dalla terra, cui aggiungeva acqua, grasso animale e uova che stendeva con le dita oppure li spruzzava con una cannuccia o con pennelli fatti con pelo di animale. In molti luoghi sono state lasciate anche impronte di mani contornate da colore. Cosa significassero esattamente non è ancora chiaro. Tra le molte ipotesi formulate c’è anche quella che fossero una sorta di “firma”degli autori dei disegni raffigurati sulle pareti delle grotte.

Per incidere sulle pareti l’uomo primitivo utilizzava invece pietre dure appuntite.

Il valore propiziatorio delle pitture rupestri

Gli antropologi ritengono che pitture rupestri e graffiti avessero anche un valore magico perché avrebbero favorito una caccia abbondante.

Probabilmente l’uomo dipingeva e incideva sulle pareti delle rocce anche per superare la paura dei pericoli della caccia: raffigurare un animale voleva dire impadronirsi della sua forza, cacciarlo senza esserne uccisi e impossessarsi di buona selvaggina.

Siti con pitture rupestri

Alcune di queste pitture rupestri sono state scoperte in Asia occidentale, nel centro dell’Europa e nel bacino del Mediterraneo, come per esempio le grotte di Lascaux e Chauvet in Francia o quelle di Altamira in Spagna.

Grotta di Lascaux

La grotta di Lascaux in Francia fu scoperta nel 1940. Presenta un gran numero di figure e di scene risalenti a circa 20 mila anni fa. Gli animali sono rappresentati in gruppo, in maniera accurata. Per un approfondimento leggi Le Grotte di Lascaux – pitture parietali.

Grotta di Chauvet

La grotta di Chauvet-Pont d’Arc, in Francia, scoperta il 18 dicembre 1994 da un gruppo di speleologi, contiene un migliaio di disegni, dei quali 245 sono figure di animali: leoni, rinoceronti, cavalli, cervi, bisonti, mammut.

Anche in questo caso la rappresentazione è realistica, con linee di contorno nette e un’impressionante capacità di rendere il senso di dinamismo e movimento degli animali, anche quando sono solo accennati.

I dipinti risalgono a più di 30 mila anni fa e furono realizzati dall’Homo sapiens.

Grotta di Altamira

In Spagna, nella Grotta di Altamira a Santander, circa 12 mila anni fa, l’Homo sapiens realizzò pitture che rappresentano soprattutto bisonti.

Gli animali sono raffigurati in modo realistico, con pose naturali, e acquistano spessore grazie alle irregolarità della parete rocciosa.

Sulle sagome di alcuni bisonti dipinti nella grotta è possibile scorgere ancora oggi i segni lasciati da frecce scagliate contro la roccia.

 

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