Il Principe di Machiavelli è un trattato politico scritto nel 1513. Nell’opera, senza dubbio la più rinomata di Niccolò Machiavelli (1469-1527), sono esposte le caratteristiche dei principati e i metodi per mantenerli e conquistarli.
Il Principe Machiavelli riassunto
Il Principe di Machiavelli si compone di una dedica a Lorenzo de’ Medici il Giovane (1492-1519), nipote di Lorenzo il Magnifico, e di 26 capitoli.
Machiavelli scrisse la dedica nel 1515, con la speranza di riacquistare l’incarico di segretario della Repubblica di Firenze perso allorché, nel 1512, i Medici ritornarono a Firenze e Machiavelli, sospettato di aver fatto parte di una congiura contro la famiglia Medici, fu imprigionato, torturato e infine riconosciuto innocente.
Il Principe di Machiavelli diede origine fin da subito e per lunghi anni a molte discussioni.
I suoi oppositori infatti condannarono l’opera come immorale e irreligiosa; i sostenitori invece affermarono che per la prima volta erano stati messi in luce, con spirito scientifico e analitico, aspetti fondamentali della politica che sono alla base dello Stato moderno. Per esempio quali sono i mezzi per raggiungere e per conservare il potere; i rapporti che il principe deve tenere con i suoi sudditi per farsi amare o per farsi rispettare.
Il Principe può essere suddiviso in quattro parti.
Il Principe di Machiavelli – prima parte (capitoli 1-11)
La prima parte (capitoli 1-11) analizza i vari tipi di principati: ereditari, misti (cioè quelli che si aggiungono come nuova conquista a uno Stato ereditario), nuovi.
Nella prima parte Machiavelli presenta anche alcune figure di fondatori di Stati come Mosé, Ciro, Teseo e Romolo e di riformatori come Girolamo Savonarola.
L’attenzione è però concentrata (capitolo 7) su Cesare Borgia (1475-1507), figlio del papa Alessandro VI (Alessandro sesto), chiamato duca Valentino perché reso duca del Valentinois (una regione francese) dal re di Francia Luigi XII (Luigi dodicesimo).
Machiavelli nel capitolo 7 de Il Prinicipe tesse un elogio sulla spregiudicatezza del Valentino e ne fa quasi un emblema del principe nuovo.
Il Borgia, approfittando di circostanze favorevoli, era infatti riuscito a costruire in breve tempo un nuovo principato nell’Italia centrale devastata dall’invasione dell’esercito di Luigi XII di Francia, anche se successivamente vari errori e la perdita di importanti appoggi politici (soprattutto la morte del padre) ne avrebbero decretato la fine.
Il Principe di Machiavelli – seconda parte (capitoli 12-15)
La seconda parte tratta della necessità di organizzare un forte esercito, preferibilmente costituito dai cittadini e non da mercenari che combattono solo per denaro e non per amor di patria.
Il Principe di Machiavelli – terza parte (capitoli 15-23)
La terza parte delinea la figura del principe ideale.
Il principe, sostiene Machiavelli, deve essere «golpe e lione» (volpe e leone), ovvero saper sconfiggere i forti con l’astuzia e i deboli con la forza.
Poiché lo scopo del principe è conquistare e mantenere il potere, egli è legittimato a simulare le virtù più alte (pietà, umanità, religiosità, fedeltà, integrità) e a praticare di nascosto atti immorali funzionali al successo.
Machiavelli infatti è convinto che la virtù politica, cioè la capacità di operare con successo in politica, è dunque radicalmente diversa dalla virtù morale.
Il Principe di Machiavelli – quarta parte (capitoli 24-26)
La quarta parte esamina i motivi per cui i principi italiani hanno perduto i loro Stati: non certo a causa della «Fortuna», ma della loro incapacità di mantenerli.
In particolare, l’ultimo capitolo contiene un’esortazione ai Medici a guidare la liberazione dell’Italia dagli stranieri.