Gli Idilli di Leopardi sono un gruppo di poesie che, in base alla loro ampiezza, sono suddivise in Piccoli idilli e Grandi idilli.
I Piccoli idilli (o Primi idilli) sono generalmente componimenti più brevi. Sono stati scritti tra il 1819 e il 1821 e pubblicati per la prima volta nel 1826. Comprendono: L’infinito, La sera del dì di festa, Alla luna, Il sogno, La vita solitaria.
I Grandi idilli (o Canti pisano-recanatesi) sono componimenti più ampi. Sono stati scritti tra il 1828 e il 1830, dopo che Leopardi si era dedicato alla prosa scrivendo le Operette morali (1824-1827). I Grandi idilli comprendono: A Silvia, Le ricordanze, Il passero solitario, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia.
Piccoli idilli e Grandi idilli confronto e caratteristiche
Nei Piccoli idilli gli oggetti e i paesaggi assumono una amplissima risonanza sentimentale. In essi dominano i toni della evocazione e della memoria; il dolore per il cadere delle dolci speranze e per l’inesorabile trascorrere del tempo si sublima nella composta contemplazione di un’immensa natura onnicomprensiva. È questa la fase del cosiddetto “pessimismo storico“, una concezione negativa della condizione umana che mette in relazione l’infelicità degli individui con la decadenza della società moderna, dunque con un processo storico.
Nei Grandi idilli, invece, spesso incentrati sul tema del ricordo, prevale il senso di un universale dolore e una pietà che tocca tutti i viventi, tutti ugualmente illusi dalla Natura matrigna nei loro giovanili sogni di felicità e da essa poi tutti ugualmente ingannati e travolti. Crollate le illusioni giovanili, ai temi del ricordo e dell’immaginazione si accompagna la consapevolezza della morte e dell’infelicità, condizione immutabile degli esseri viventi. È questa la fase del “pessimismo cosmico“, una concezione secondo la quale la negatività della condizione umana è dovuta non al processo storico ma alla natura stessa, governata dalle leggi meccanicistiche di un perenne ciclo di distruzione e riproduzione.
Dal punto di vista metrico, mentre i Piccoli idilli sono in endecasillabi sciolti, i Grandi idilli hanno la forma della canzone libera, con alternaza di settenari ed endecasillabi.