Muoia Sansone con tutti i Filistei è un modo di dire della lingua italiana e si riferisce a chi è disposto a tutto, anche a danneggiare se stesso, pur di recare danno agli altri.
La frase è di origine biblica; è infatti presente nel Libro dei Giudici, al capitolo 16.
Secondo la tradizione biblica, Dio aveva donato a Sansone (in ebraico “piccolo sole”) una forza incredibile, perché liberasse Israele dai Filistei, un popolo di conquistatori che opprimeva gli Ebrei, a patto però che non tagliasse mai i capelli.
Grazie a Sansone, gli Ebrei poterono vivere tranquilli per molti anni. Un giorno però i Filistei escogitarono un piano. Inviarono a Sansone una donna molto bella, di nome Dalila, e lui se ne innamorò.
Dalila si lasciò corrompere dai Filistei affinché scoprisse il segreto della forza di Sansone.
Scoperto il segreto, la donna tagliò i capelli all’eroe mentre dormiva, che perse così tutta la sua forza.
I Filistei riuscirono allora a catturarlo, lo accecarono e lo imprigionarono.
Col passare del tempo, i capelli crebbero, ma Sansone non poteva fare nulla poiché era cieco.
Un giorno, durante una festa filistea, venne portato al tempio per essere deriso e venne legato alle colonne che sostenevano l’edificio. A quel punto, Sansone chiese perdono a Dio e lo pregò affinché gli desse ancora la forza per vendicarsi.
Fu così che riuscì a far crollare le colonne del tempio, spingendo violentemente contro i pilastri. Tutto l’edificio crollò e tutta la gente lì radunata morì, lui compreso. Le sue ultime parole furono «Muoia Sansone con tutti i Filistei».
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Storia di Sansone, personaggio biblico.