Ermengarda è il nome letterario che Alessandro Manzoni ha dato al personaggio della sua tragedia Adelchi (1822), dedicata appunto allo scontro tra Carlo Magno, re dei Franchi, e Desiderio, re dei Longobardi, e alla morte della giovane sposa.
In realtà, il vero nome della principessa longobarda, figlia di re Desiderio, andata in sposa a Carlo Magno, è tuttora incerto.
Ermengarda divenne la moglie di Carlo nel 770, all’età di 16 anni, per rafforzare l’alleanza fra Longobardi e Franchi. Ma nel 771, con la morte di Carlomanno (fratello di Carlo Magno), Carlo divenne unico re franco e rilanciò la politica di espansione dei Franchi contro i Longobardi.
Carlo ripudiò allora la moglie e sconfisse Desiderio, impossessandosi del regno longobardo.
Dopo il ripudio, Ermengarda ritornò a Pavia. Qui, secondo lo storico tedesco Aventinus, sarebbe morta dando alla luce un figlio.
Manzoni, invece, nella sua tragedia Adelchi immagina che si rifugia nel convento di San Salvatore, a Brescia, a capo del quale c’era la sorella Ansberga.
Nel convento, lacerata dal contrasto tra l’amore per Carlo e il senso di fedeltà al suo popolo, dopo aver saputo che il re si era risposato, si lasciò morire.
A Ermengarda, Alessandro Manzoni dedicò uno dei più celebri cori della tragedia.
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