Il Novellino raccolta di novelle (cento per la precisione), scritte verso la fine del Duecento, in volgare fiorentino. È la prima raccolta di novelle giunte fino a noi. Purtroppo nulla si sa del suo autore (o autori), rimasto anonimo.
Fu pubblicato per la prima volta nel 1525 a Bologna da un amico di Pietro Bembo, Carlo Gualteruzzi, con il titolo Le ciento novelle antiche. Solo a partire dall’Ottocento compare con questo titolo.
Protagonisti delle novelle sono tutti i ceti sociali: popolani, uomini di Chiesa, ricchi borghesi e mercanti, uomini e donne nobili che vivono nelle corti. Non mancano poi novelle di argomento leggendario e letterario, tra cui spicca quella famosa di Tristano e Isotta ispirata al ciclo bretone.
Le novelle, che compongono il Novellino, si caratterizzano tutte per un’estrema brevità e per la ricerca di risposte argute e ingegnose per trarsi d’impaccio. Non manca infatti quel gusto della battuta salace e della beffa tipicamente toscano che si ritroverà nel Decameron di Giovanni Boccaccio.
I racconti riflettono spesso una mentalità mercantile e borghese che a tratti rivendica i propri diritti a scapito di un’aristocrazia feudale attaccata ai propri privilegi di classe.