La Cappella Palatina di Aquisgrana è così chiamata perché sorge all’interno del palazzo imperiale fatto realizzare da Carlo Magno, alla fine dell’VIII secolo; un tempo era collegata al salone del palazzo da un lungo colonnato.
Oggi della residenza di Carlo Magno non rimane nulla, mentre la Cappella Palatina ha subito delle aggiunte che l’hanno trasformata in cattedrale della città; molte decorazioni interne sono frutto di rifacimenti ottocenteschi, ma si conservano ancora le porte e le eleganti inferriate di bronzo.
Cappella Palatina Aquisgrana – descrizione
Progettata dall’architetto Oddone di Metz e consacrata nell’805 da papa Leone III, la Cappella Palatina Aquisgrana ha l’esterno a 16 lati e l’interno ottagonale. La struttura è chiaramente ispirata alla basilica di San Vitale a Ravenna e ad altre chiese di corte come San Lorenzo a Milano e Santa Sofia a Istanbul, ma senza gli spazi curvi interni.
Per la costruzione furono utilizzati marmi e porfidi provenienti da edifici antichi di Roma e Ravenna, come alcune colonne e una statua equestre di Teodorico un tempo collocata nell’atrio. La motivazione non è solo quella dell’ammirazione per i monumenti antichi, ma anche la volontà di far coincidere l’immagine dei due imperi. Al Palazzo di Aquisgrana è infatti assegnato il nome romano di “Laterano” e la statua di Teodorico richiama quella di Marco Aurelio (all’epoca ritenuta di Costantino) che si trovava a Roma, appunto presso il Laterano.
La Cappella Palatina è spartita su due piani da gallerie; al primo piano, presso la tribuna, è posto il trono imperiale di Carlo, oggi sostituito da una riproduzione del X secolo. Il trono è in posizione elevata su alcuni gradini ed esprime bene la concezione sacra dell’autorità imperiale.