Il papiro è una pianta palustre che può raggiungere anche quattro metri di altezza. La pianta del papiro cresceva spontaneamente nell’antico Egitto, lungo le rive del fiume Nilo e nelle paludi del suo delta. Oggi cresce solamente nell’Africa tropicale e in Sicilia orientale.
Per cosa veniva usato il papiro egizio?
Gli Egizi usavano la pianta in più modi. Il fusto e le radici erano usate come alimento, sia crude che cotte. Con il fusto si fabbricavano poi anche corde, reti da pesca, calzature e persino piccole imbarcazioni, riunendo le parti intere in grandi fasci.
Gli Egizi però usavano il papiro soprattutto per fabbricare fogli su cui scrivere.
Gli Egizi come ottenevano i fogli di papiro?
Per ottenere il materiale sul quale scrivere, si prendeva la parte interna della pianta e la si tagliava in lunghe strisce che venivano poi intrecciate: uno strato in orizzontale e uno in verticale.
Si ricavava così un “foglio” che veniva bagnato con un liquido colloso, pressato su una tavola di legno e fatto essiccare al sole. Dopodiché, si levigava la superficie per eliminare le imperfezioni.
Unendo poi più fogli si formava un rotolo lungo anche diversi metri, sul quale gli scribi scrivevano orizzontalmente i geroglifici, utilizzando una cannuccia immersa in inchiostri colorati; i rotoli erano poi conservati in anfore sigillate.
Oltre agli Egizi, chi altro utilizzava il papiro egiziano?
I rotoli di papiro furono utilizzati non solo in Egitto ma anche in Grecia, durante l’impero romano e in epoca islamica.
La produzione di papiri egiziani però era cara e limitata alla zona di Alessandria d’Egitto. Per questo finì per essere sostituito con materiali più economici e accessibili come la pergamena e, soprattutto, la carta.