Il Ciclo dei Vinti di Giovanni Verga comprende una serie di romanzi in cui lo scrittore siciliano si proponeva di dimostrare che la vita è dramma e sofferenza per tutti, senza distinzione di grado sociale o di benessere economico. Il ciclo, intitolato I vinti, però, non fu mai portato a termine.
Abbiamo preparato Ciclo dei Vinti riassunto per rispondere alle vostre domande: perché si chiama il ciclo dei vinti? chi erano i vinti? perché il ciclo non si conclude? che cos’è la fiumana del progresso?
Il riassunto Ciclo dei Vinti Verga vi aiuterà a studiare e ripassare in modo facile e completo per le vostre interrogazioni, esami e compiti in classe.
Perché si chiama il ciclo dei vinti?
Il nome del ciclo immaginato da Verga all’inizio è Marea: il titolo alludeva all’«onda immensa» del progresso che travolge tutti i ceti sociali, da quelli più umili a quelli più elevati.
Il ciclo, presentato nella Prefazione ai Malavoglia, secondo il progetto iniziale, doveva raccogliere cinque romanzi. Questi cinque romanzi avrebbero dovuto studiare i vinti nella lotta per il progresso in cinque fasi diverse.
Per Verga, infatti, il progresso è una irrimediabile fonte di sofferenza per tutti gli individui, per i quali non esiste riscatto sociale o felicità dal loro ambiente di nascita.
Il primo, I Malavoglia (1881), narra la storia di un’umile famiglia di pescatori siciliani, ridotta in rovina in seguito al naufragio di una barca (la “Provvidenza”) carica di lupini, nella quale il capofamiglia, padron ‘Ntoni, ha investito tutto il suo denaro.
Il secondo, Mastro don Gesualdo (1889), analizza l’esistenza di un manovale, che riesce a migliorare le proprie condizioni economiche ma non quelle sociali e si trova infine privato degli affetti familiari e muore in solitudine.
Il terzo, La Duchessa di Leyra, avrebbe dovuto narrare di una nobildonna; il quarto, L’onorevole Scipioni, di un importante uomo politico, sconfitto nelle ambizioni politiche tese alla conquista del potere; il quinto, L’uomo di lusso, di un’esponente dell’alta società.
I vinti e la fiumana del progresso
Tutti i personaggi sono stravolti dall’ambizione e avidi di guadagno al punto di cambiare le proprie radici sociali, ma terminano tristemente la propria esistenza “vinti” dalla vita, che avevano cercato di migliorare mossi dall’ambizione o dall’avidità.
Secondo Verga, infatti, chi cerca di allontanarsi dal proprio ambiente, per arricchirsi o accumulare potere, è fatalmente destinato a essere sconfitto, perdendo i propri valori e la propria dignità umana.
È questo il prezzo altissimo da pagare al progresso, paragonato alla “fiumana”, cioè a un fiume in piena, di cui, soprattutto i poveri, non riescono, proprio per la loro condizione di miseria, a sostenere l’impetuosità.
Perché il Ciclo dei Vinti non si conclude?
Giovanni Verga non riuscì a realizzare l’intero progetto e scrisse soltanto i primi due romanzi del ciclo (I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo) e un abbozzo del terzo.
Uno dei concetti fondanti della poetica verista di Verga infatti è che la forma deve essere inerente al soggetto, ossia il linguaggio deve adeguarsi al contenuto e alla realtà rappresentata.
Da questo punto di vista, a parere dello scrittore, la rappresentazione delle classi egemoni presentava maggiori difficoltà.
In altre parole, Verga constatava che nel comportamento delle classi elevate l’educazione agisce come elemento di interferenza nei confronti di un’analisi scientifica, allontana dalla naturalezza e introduce modi di fare più artificiali e uniformi. In definitiva, i personaggi delle classi elevate sarebbero stati solo negativi, ipocriti e cinici.
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