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Elisione: definizione, quando si usa, esempi

L’elisione si ha quando si toglie la vocale finale di una parola non accentata. Ciò accade quando la parola è seguita da un’altra che comincia per vocale o per h.

Per segnare l’elisione si usa l’apostrofo.

L’elisione è obbligatoria:

con gli articoli lo, la, una (l’orco, l’erba, un’amica);

con le preposizioni articolate composte con lo, la (nell’inverno, all’alba…);

con l’avverbio ci davanti ai verbi che iniziano con E (c’è, c’era, c’erano…);

con dove e come davanti al verbo essere: dov’è, com’è;

con gli aggettivi quello, quella, bello, bella, santo, santa (quell’albero, bell’e pronto, Sant’Ubaldo…);

in alcune espressioni come: nessun’altra, senz’altro, tutt’al più, l’altr’anno, mezz’ora, d’ora in poi, d’altronde, d’accordo, pover’uomo, a quattr’occhi…

L’elisione è vietata:

con gli articoli determinativi lo e la e le preposizioni articolate davanti a parole che iniziano con y e ia, ie, io, iu: lo yogurt, lo iato, la iena, dello iodio, della iuta;

con l’articolo femminile plurale le: le amiche, le erbe, le ospiti;

con l’articolo indeterminativo uno, perché quando è necessario viene sostituito dalla forma tronca un: un amico;

dopo la preposizione da per non confonderla con la preposizione di: da amare. Fanno eccezione le locuzioni: d’altra parte, d’altronde, fin d’ora, fin d’allora, d’altro canto;

con i pronomi personali li, le: li aspetto, le inviterò;

con la particella pronominale ci quando si trova davanti a parola che inizia per a, o, u, ha: ci aiuterà, ci offrì, ci unisce, ci ha invitato.

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