L’atto di nascita del Romanticismo tedesco è la fondazione da parte dei fratelli August Wilhelm e Friedrich Schlegel della rivista Athenaeum, pubblicata a Berlino dal 1798 al 1800.
Per la prima volta il termine romantik indicò la nuova poesia, in contrapposizione a quella classica. I fratelli Schlegel distinsero infatti:
1) una poesia ingenua, fantastica, tipica degli antichi (armonia, serenità, equilibrio) distrutta dal cristianesimo (senso del peccato);
2) una poesia sentimentale, riflessiva, tipica dei moderni (dramma, inquietudine, nostalgia, tendenze verso il sogno, l’infinito, il mistero).
Alla rivista fondata dai fratelli Schlegel collaborarono anche poeti come Novalis e Tieck, e filosofi come Schleiermacher e Schelling. Schelling, considerato il teorico della nuova concezione romantica dell’arte, sostenne che la poesia può e deve cogliere il significato ultimo, essenziale, delle cose, e non limitarsi alla loro apparenza esteriore; non si tratta cioè di dar vita ai tratti del “bello ideale”, come volevano i neoclassici, ma solo “all’ideale”, cioè a quel frammento di assoluto, di infinito, che c’è in ogni realtà.
Il pensiero filosofico che sta alla base del Romanticismo tedesco e del Romanticismo in genere è l’idealismo che contrappone alla natura lo spirito, al mondo esteriore la realtà dell’IO. Celebre è l’affermazione di Hegel: «tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale», in quanto frutto della creatività umana e, quindi, giustificato storicamente.
Larghissimo spazio viene dato alle attività creative e fantastiche dell’essere umano, nella convinzione che la realtà migliore sia quella del pensiero: questo crea disprezzo per la realtà pratica, per le scienze, un continuo squilibrio con la realtà e un perenne stato di insoddisfazione.
Frutto della concezione idealistica è lo storicismo romantico, che si ricollega idealmente al Vico, il primo che esaltò l’importanza della storia come forma di conoscenza e i diritti dell’arte e della fantasia.
Fra gli artisti e poeti del Romanticismo tedesco sono da citare anche Goethe (autore dei Dolori del giovane Werther e del Faust); Schiller (iniziatore del teatro romantico); Beethoven (che infuse nuova potenza alla sinfonia orchestrale); i fratelli Grimm, Novalis e Tieck.