Galeotto fu il libro e chi lo scrisse è uno dei versi più conosciuti della Divina Commedia di Dante Alighieri. È il verso 137 del canto quinto dell’Inferno dantesco: scopriamo chi pronuncia queste parole e il significato della frase di Dante ancora oggi molto usata.
vv.133-138, canto V (quinto) Inferno, Divina Commedia
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
Parafrasi
Quando leggemmo che le desiderate labbra (riso) di Ginevra
venivano baciate (basciato) da un tale (cotanto) amante (cioè Lancillotto),
questi (cioè Paolo), che non sarà (fia) mai più da me separato (diviso),
mi baciò (basciò) la bocca tutto tremante.
Quel libro e il suo autore furono per noi
come Galeotto (fu per Lancillotto e Ginevra):
quel giorno non andammo più avanti nella lettura.
Chi pronuncia la frase Galeotto fu il libro e chi lo scrisse?
A pronunciare queste parole è Francesca da Polenta (1259-60/1283-85), figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna. Fu data in sposa a Gianciotto Malatesta, signore di Rimini. Il matrimonio si rivelò ben presto infelice, tanto che Francesca si innamorò e divenne l’amante del cognato, Paolo Malatesta; il nobile Gianciotto Malatesta, marito di lei e fratello di lui, li sorprese e li uccise. La vicenda, riportata in questo canto da Dante, è realmente accaduta al tempo del poeta nel castello di Gradara, un borgo medievale situato tra Romagna e Marche.
Dove si trova Francesca quando pronuncia questa frase?
Incontriamo Paolo e Francesca nel quinto canto dell’Inferno, precisamente nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi. In vita i lussuriosi si fecero travolgere dalla passione amorosa e ora, secondo la legge del contrappasso, sono sbattuti qua e là da una bufera che li trascina senza sosta. Anche Paolo e Francesca si trovano nel secondo cerchio del quinto canto dell’Inferno dantesco e procedono uniti anche nel castigo.
Quale libro fu galeotto nell’innamoramento di Paolo e Francesca?
Francesca, commossa dall’inconsueta pietà mostrata nei confronti suoi e di Paolo, accetta di raccontare a Dante la propria storia, anche se questo le costerà molto dolore. Paolo invece non pronuncia una sola parola in tutto il canto.
L’anima di Francesca racconta a Dante che l’innamoramento avvenne inaspettatamente (soli eravamo e senza alcun sospetto) durante la lettura del romanzo cortese in lingua d’oil Lancelot, incentrato sull’amore adultero tra Ginevra, moglie del re Artù, e Lancillotto, il più valoroso tra i cavalieri della Tavola Rotonda.
La lettura aveva provocato numerosi scambi di sguardi e fatto impallidire entrambi, ma quando arrivarono a leggere del bacio che Ginevra e Lancillotto si scambiarono, Paolo tremante baciò Francesca. La lettura, allora, s’interruppe.
Ma Galeotto non fu solo il libro ma anche chi lo scrisse, afferma Francesca.
Chi era Galeotto e cosa fece
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse afferma Francesca nel suo racconto alludendo al passo del Lancelot in cui Galeotto, un siniscalco amico di Lancillotto, procurò a Ginevra il primo colloquio con il cavaliere della Tavola Rotonda. Quello che Francesca vuole dire è che la funzione di mediatore amoroso, assolta nel libro dal personaggio chiamato Galeotto, nella sua storia è svolta dal Lancelot stesso, la cui lettura spinge lei e Paolo a rivelare l’uno all’altra il loro reciproco amore facendolo divenire realtà.
Galeotto fu
La formula “Galeotto fu” è così divenuta proverbiale e indica per antonomasia un individuo (ma anche una cosa o una situazione) che favorisce l’accendersi della passione amorosa tra due individui.
La storia raccontata da Francesca, coinvolge a tal punto Dante da farlo svenire: «E caddi come corpo morto cade».
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