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Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende parafrasi e spiegazione

Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende è il verso 100 della prima delle tre terzine del canto V dell’Inferno della Divina Commedia legate ai due protagonisti del canto, Paolo e Francesca.

Prima di procedere alla parafrasi e alla spiegazione di questo verso, è opportuno fare prima una breve introduzione relativa al canto stesso e ai suoi protagonisti.

Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende – Canto V Inferno

Dunque, Dante e Virgilio giungono nel secondo cerchio infernale. Qui si trovano le anime che peccarono di lussuria, ovvero le anime di coloro che si lasciarono travolgere dal desiderio carnale, sottomettendo la ragione: Didone, Cleopatra, Elena, Tristano. Una tremenda bufera travolge con violenza gli spiriti, rivoltandoli in ogni senso e percuotendoli l’uno con l’altro; si odono urla e pianti di dolore. L’attenzione di Dante è attratta da due anime che volano unite simili a colombe: sono Paolo e Francesca.

La giovane, figlia di Guido da Polenta, fu costretta con l’inganno a sposare, intorno al 1275, Giovanni Malatesta, signore di Rimini, uomo rozzo e volgare; ma s’innamorò, ricambiata, del fratello di lui, Paolo, bello e gentile. Scoperti, furono uccisi a tradimento. Francesca racconta a Dante la sua storia, mentre Paolo piange accanto a lei.

Ecco la terzina completa (vv. 100-102, canto V Inferno):

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Qui di seguito la parafrasi:

Amore, che si attacca (s’apprende) rapidamente (ratto) al cuore nobile (gentil)
fece innamorare (prese) costui (cioè Paolo) del bel corpo (bella persona);
che mi fu tolto; e il modo (in cui fui uccisa) ancora mi offende (Francesca allude al fatto che fu uccisa a tradimento).

Qual è il significato di Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende?

Il verso 100 del quinto canto dell’Inferno riprende la definizione dell’amore data da Guido Guinizzelli, maestro di Dante e padre della poesia Stilnovista: Al cor gentil rempaira sempre amore (L’amore ritorna sempre al cuore nobile), definizione già ricordata da Dante nella Vita Nuova, capitolo XX («Amor e ‘l core gentil sono una cosa, / sì come il saggio (cioè Guinizzelli) in suo dittare (cioè nelle sue poesie) pone».

Centrale quindi è l’idea che all’amore non ha senso resistere. Ma qui, l’insistenza va all’aspetto fisico della passione: Paolo – dice Francesca – s’innamorò del mio bel corpo. Più avanti, ai vv. 103 – 105 (Amor ch’a nulla amato amar perdona…), dirà che anche lei s’innamorò della bellezza di Paolo. Francesca, dunque, non è una creatura angelicata o idealizzata, ma una donna vera, presa da un ardente desiderio, che s’impadronisce di lei con tanta forza e intensità da non abbandonarla nemmeno dopo la morte. Questo è il motivo per cui Paolo e Francesca risiedono nell’Inferno.

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