Le tre Pietà di Michelangelo rappresentano la Madonna con il Cristo morto. La prima è la Pietà Vaticana o Pietà di San Pietro, realizzata in età giovanile e conservata nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Le altre due risalgono agli ultimi anni della vita di Michelangelo Buonarroti, quando l’idea della morte era ormai diventata un motivo centrale nelle sue opere: la Pietà Bandini conservata nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze; la Pietà Rondanini, conservata nel Museo del Castello Sforzesco a Milano.
Le tre Pietà di Michelangelo a confronto
La Pietà vaticana
Michelangelo realizzò la Pietà Vaticana tra il 1498 e il 1499. Il contratto richiedeva esplicitamente “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio”.
Lo scultore ricavò l’opera da un unico blocco di marmo, senza parti aggiuntive, scegliendolo personalmente nelle cave di Carrara e facendolo trasportare a Roma in un viaggio durato nove mesi. Rispetto al viso della Madonna ritenuto da alcuni troppo giovane, l’artista si difese all’epoca affermando che sono proprio la purezza e la santità a preservare gioventù e bellezza.
La Pietà Bandini
Tra il 1547 e il 1555 l’artista realizzò la Pietà Bandini, anche detta Pietà del Duomo. L’opera è vicina all’iconografia della Deposizione dalla croce e rivela una grande complessità dal punto di vista tecnico. Essa consiste infatti di quattro figure scavate in un unico blocco di marmo, ruotanti attorno a un asso centrale rappresentato da Cristo e Nicodemo. Nicodemo, in cui è stato riconosciuto un autoritratto dell’artista, prende il posto tradizionalmente occupato dalla Madre, che qui sorregge, invece, il corpo del Figlio aiutata dalla Maddalena. Cristo, privo di vita, si accascia a terra; è evidente lo sforzo per trattenerlo. La Vergine e il Figlio appaiono quasi fusi nel blocco rimasto soltanto sbozzato. Il marmo in molte parti è scabro e opaco.
A opera quasi compiuta, Michelangelo, insoddisfatto, la prese a martellate, rompendola in più punti. Sarebbe andata perduta se un suo servitore non avesse venduto i pezzi al banchiere Francesco Bandini, che li fece restaurare allo scultore Tiberio Calcagni.
La Pietà Rondanini
L’ultima Pietà è la Rondanini, ora al Castello Sforzesco. Michelangelo, quasi novantenne, lavorò su questo marmo fino a pochi giorni prima di morire, il 18 febbraio 1564, lasciando l’opera incompiuta. I due corpi sono come compenetrati in uno; in alcune parti le figure sono appena abbozzate.