Massacro di Scio di Eugène Delacroix (1798-1863) è un dipinto a olio su tela (417×354 cm), realizzato nel 1824 e conservato al Museo del Louvre di Parigi.
Il massacro di Scio di Delacroix s’ispira al massacro di Chio, un’isola greca, realmente accaduto nel corso della guerra d’indipendenza greca dal dominio ottomano, avvenuto due anni prima della realizzazione del dipinto. Ci furono 20 mila vittime tra gli isolani e la deportazione in schiavitù di altre migliaia di persone.
Il quadro raffigura le vittime dell’eccidio e i prigionieri, minacciati da un turco a cavallo con la mano appoggiata all’elsa della scimitarra. Tra le figure spiccano al centro un uomo che agonizza trafitto al costato; un bimbo che si aggrappa al corpo della madre, seminuda ed esamine; e l’anziana che le siede accanto che porta lo sguardo altrove, lasciando intuire l’imminente arrivo di altri soldati.
La scena è dominata da un cielo plumbeo; sullo sfondo divampa il fuoco degli incendi appiccati ai villaggi.
Il dipinto destò molto scalpore per la sua crudezza, per la stesura apprentemente rozza del colore e perché molti considerarono mal eseguito il disegno delle figure. In realtà tutto ciò contribuisce a creare una scena di grande pathos, estremamente efficace nel descrivere la cieca brutalità dell’eccidio perpetrato sulla popolazione inerme.
Qualche anno più tardi, nel 1830, Eugène Delacroix, esponente di punta del movimento romantico francese, realizzò quella che viene considerata la sua opera più celebre nonché uno dei massimi capolavori del Romanticismo: La libertà che guida il popolo.
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