Innocenzo III, al secolo Lotario della famiglia Conti, signori di Segni, divenne papa a 37 anni, dal 1198 al 1216. Fu uno dei grandi papi del Medioevo. Coltissimo e di costumi molto austeri, aveva anche ottime capacità politiche. La sua azione fu volta a salvaguardare l’unità della Chiesa, impegnata a riaffermare la supremazia del potere papale su quello imperiale.
Innocenzo III e la teocrazia
Elaborò una giustificazione teorica del suo agire: poiché l’anima è superiore al corpo, è giusto che la Chiesa, che ha il governo delle anime, sia superiore all’impero, che ha il governo dei corpi. Il papa, vicario di Cristo – che è il re dei re – ha dunque massimo potere spirituale e temporale (vedi Teoria del Sole e della Luna).
Innocenzo III e Federico II
Dopo la morte dell’imperatore Enrico VI Hohenstaufen, prese posizione per Ottone di Brunswick re di Germania contro Filippo di Svevia, fratello di Enrico VI, sostenendo la superiorità dell’autorità spirituale e il diritto del papa di giudicare l’idoneità dell’imperatore. Ma quando nel 1209 Ottone scese in Italia e ottenne la corona imperiale, si diresse verso la Sicilia contro la volontà del papa. Allora Innocenzo III lo scomunicò e mise sul trono Federico II di Svevia (figlio di Enrico VI e Costanza di Altavilla), di cui era tutore, e dal quale pretese in omaggio i domini siciliani.
Innocenzo III e la lotta contro le eresie
Bandì la quarta crociata per la riconquista dei luoghi sacri e la crociata contro gli albigesi; convocò il quarto concilio lateranense del 1215 per la riforma morale e disciplinare della Chiesa e vi riconfermò la subordinazione al Papato di tutta la Cristianità.
Avviò l’inquisizione nelle diocesi, allo scopo di stroncare sul nascere i movimenti ereticali, istruendo e correggendo gli eretici, riconducendoli all’obbedienza nei confronti della Chiesa.
Morì di malaria a Perugia nel 1216.