Il canto 29 del Paradiso è ambientato, come il canto precedente, nel nono cielo, detto anche Primo Mobile o Cristallino, dove hanno sede le nove gerarchie di angeli (Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini).
Canto 29 Paradiso riassunto
La creazione degli angeli vv. 1-48
Beatrice ha appena concluso di esporre la suddivisione degli angeli in ordine e gerarchie (vedi canto precedente). Ora, in silenzio, guarda direttamente Dio per un breve intervallo di tempo, eppoi inizia a parlare, perché ha già compreso la domanda che Dante vorrebbe rivolgerle.
Beatrice spiega che Dio creò gli angeli non per accrescere la propria beatitudine, ma perché ci fossero, oltre alla sua, altre vite autocoscienti e dotate di intelletto e amore. Tale creazione è avvenuta nell’eternità, al di fuori del tempo e dello spazio.
Gli angeli ribelli vv. 49-66
In meno di venti secondi dalla loro creazione, però, una parte degli angeli si ribellò a Dio e furono precipitati sulla Terra, mentre un’altra parte rimase fedele a Dio e presero a ruotargli intorno proprio come Dante ha potuto vedere.
A originare la caduta di una parte degli angeli fu la superbia di Lucifero, vera origine dei mali del mondo. Gli angeli che rimasero fedeli a Dio furono invece premiati con la grazia illuminante. La grazia, precisa Beatrice, è un dono gratuito di Dio, ma è anche un merito, perché solo i cuori disposti ad accoglierla la ricevono.
Le facoltà degli angeli vv. 67-84
Beatrice aggiunge che gli angeli non hanno memoria perché non distolgono mai lo sguardo dalla mente di Dio, dove tutto è eternamente presente e non esiste successione temporale dei concetti.
La condanna dei cattivi filosofi e dei predicatori di ciance vv. 85-126
Beatrice rimprovera quegli uomini che, volendosi mettere in mostra, elaborano nuove teorie in contrasto con i testi sacri e fa l’esempio di una di queste teorie: si credeva che al momento della morte di Gesù il sole si fosse oscurato (come è detto nel Vangelo) per una vera ecclissi; la luna si sarebbe cioè interposta tra il sole e la terra, provocando il buio. Beatrice smentisce: il sole non si oscurò per cause naturali, ma per una sorta di ecclissi sovrannaturale, miracolosa, che fu infatti visibile da ogni angolo della Terra.
Ricorda che Cristo affidò ai suoi discepoli il compito di predicare e di diffondere la verità delle Sacre Scritture e non chiacchiere. Oggi invece i predicatori, pieni di vanità, predicano con battute e lazzi (con motti e con iscede v.115) e i fedeli finiscono così per cadere nella perdizione. I predicatori, inoltre, promettono indulgenze ai fedeli, senza avere realmente la facoltà di dispensarle.
Numero degli angeli e grandezza di Dio vv. 127-145
Beatrice affronta la questione del numero degli angeli e per farlo si rifà al profeta Daniele, che quando afferma che il numero degli angeli è di qualche migliaio non intende un numero determinato, ma si tratta di un numero inconcepibile per la mente umana.
Conclude il suo discorso affermando che ogni angelo riceve la luce divina in maniera diversa; gli angeli conoscono e amano Dio in modo diverso, per cui anche i gradi di beatitudine di ciascuno risulteranno più o meno intensi. Infine, loda la perfezione divina che si manifesta nel fatto che Egli ha creato un numero immenso di esseri che lo riflettono, pur rimanendo un’entità unica.