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Le donne del Risorgimento italiano

Per tradizione, la storia del Risorgimento è sempre stata declinata al maschile. Ma il ruolo delle donne durante il Risorgimento ebbe una notevole importanza.

Ma chi furono queste donne del Risorgimento animate da coraggio e profondi ideali, che hanno contribuito a realizzare l’Unità d’Italia? C’è sicuramente Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva. Per tutti: Anita Garibaldi (1821-1849). Dal suo Brasile partì per seguire le gesta del generale nizzardo Giuseppe Garibaldi. Morì, incinta del loro quinto figlio, nelle valli di Comacchio nel 1849, spossata dalla fatica della fuga dalle macerie della Repubblica Romana. Le sue spoglie riposano nel basamento del monumento equestre eretto in suo onore sul Gianicolo.

«Sbarcata con i Mille a Marsala, fu la generosa infermiera Rosalia della giornata di Calatafimi». Così una targa in via della Scala, a Firenze, ricorda Rose Montmasson (1823-1904), figlia di contadini e moglie di Francesco Crispi: fu l’unica donna a partire da Quarto per seguire l’avventura dei Mille. Morì a Roma, povera e sola, il 10 novembre 1904, abbandonata da un marito che arrivò a ripudiarla denunciando il loro matrimonio come “irregolare”, perché celebrato da un sacerdote sospeso “a divinis”, per potersi nuovamente sposare. Il suo corpo riposa al cimitero del Verano, a Roma.

Colomba Antonietti (1826-1849) figlia di un fornaio, morì sugli spalti del Gianicolo, colpita in pieno da una palla di cannone, mentre difendeva la Repubblica Romana. Le sue spoglie riposano presso il Mausoleo Ossario Garibaldino sul Gianicolo, Roma.

Luisa Battistotti Sassi, (1824-1876) una dei protagonisti, armi in pugno, della cacciata degli austriaci durante le Cinque giornate di Milano (18-22 marzo 1848). Costretta a fuggire, dapprima si rifugia in Piemonte, poi negli Stati Uniti dove muore.

Numerose furono dunque le donne d’azione del Risorgimento, ma numerose testimonianze provengono anche da coloro le quali, sfruttando la propria posizione sociale, ospitarono all’interno dei salotti, accesi dibattiti. Un caso emblematico è quello della nobildonna conservatrice Costanza D’Azeglio (1793-1862). I suoi salotti erano frequentati da diversi patrioti, quali Cavour e Silvio Pellico.

Nelle fila dello stesso ambiente sociale, ma con ispirazioni ideali del tutto diverse rispetto a Costanza D’Azeglio, si annovera la figura di Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871), una donna che, nonostante le origini nobili e pur provenendo da una famiglia molto ricca, scelse per sé la strada dell’impegno patriottico e dell’opposizione al dominio straniero, dovendo più volte optare per la fuga e l’esilio per non essere incarcerata.

Impossibile non citare, infine, l’esempio e la figura di Eleonora Fonseca Pimentel (1752-1799). Intellettuale di fama, la Pimentel divenne amica e consigliera della regina Maria Carolina di Napoli. Quando il vento della Rivoluzione francese iniziò a soffiare sulla penisola, la regina si sentì tradita da coloro che passarono nel partito della repubblica. Eleonora Fonseca Pimentel fu tra costoro. Caduta la Repubblica Napoletana, nel 1799, fu arrestata, processata e impiccata nella Piazza del Mercato, a Napoli.

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